MERCOLEDÍ 17 AGOSTO: UNA CENA DI ...CLASSE 1954

MERCOLEDÍ 17 AGOSTO: UNA CENA DI ...CLASSE 1954

 

- di Giuseppe Lalli -

 

 

I nati (e residenti) ad Assergi dell’anno 1954 si sono visti mercoledì sera in un ristorante della periferia del capoluogo, dove hanno gustato un buon antipasto rustico e un’ottima pizza.

A tavola erano seduti: Maria Teresa Alfonsi e suo marito Franco, Angela Corrieri, Gianfranco Corrieri e sua moglie Franchina, Agostino Fiordigiglio e sua moglie Stefania, lo scrivente Giuseppe Lalli e sua moglie Stefania, Franco Persichetti, Giuseppe Franco Scarcia (Franco Pino) e sua moglie Pina, Antonietta Tacca e suo marito Enzo.

Tanti gli argomenti toccati in quella che è stata una conversazione cordiale e serena e con un piacevole accento di complicità, come avviene spesso quando i ricordi si  affastellano e lo sguardo retrospettivo su una vita già non breve induce alla moderazione dei toni e alla indulgenza dei giudizi.

Dal momento che quasi tutti, tra i nati nel 1954 ad Assergi, eravamo stati compagni di classe nella scuola primaria del paese e alunni di una indimenticabile maestra, Irma Castri in Vespa (come si scriveva una volta), aquilana e madre di Bruno Vespa, noto volto televisivo, Gianfranco Corrieri ha ricordato le tante preghiere che la signora Irma ci faceva recitare per il figlio ogni volta che doveva affrontare un esame universitario (il celebre giornalista ci è molto debitore...).

Un altro ricordo, forse ancor più importante, è stato quello di un compagno venuto a mancare da molti anni, Domenico Giannangeli, un ragazzo di cui apprezzavamo la vitalità e l’intraprendenza nell’organizzare i più vari giochi all’aria aperta, in quell’età in cui la vita ci appariva spensierata e densa di aspettative.

Al termine della conviviale, a richiesta dei più, lo scrivente è stato quasi precettato per recitare “I Suprannuminati”, una esilarante filastrocca scritta dal poeta dialettale Angelo Acitelli che immortala pressoché tutti i nomignoli (i soprannomi) ancora in  auge ad Assergi nel secolo scorso: un modo come un altro per accarezzare le radici e rammentarci che, oltre che figli dei tempi, come ci ricorda impietosamente il nostro anno di nascita, il 1954, siamo, ancor più, figli dei luoghi.

Infine, con la consapevolezza che il gusto della vita consiste di tanti piccoli momenti come quello appena trascorso insieme, ci siamo lasciati col saggio proposito di rivederci l’anno prossimo, a Dio piacendo.

I migliori anni della nostra vita devono ancora venire...



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