Escursionista disperso, La situazione è disperata ma si spera nel miracolo

Neppure i cinquanta uomini impegnati, le unità cinofile e tre elicotteri, hanno permesso l’individuazione dell’alpinista aquilano di 37 anni, Massimiliano Giusti, scomparso ormai da tre giorni. Nonostante il tamburellare sul social network di parenti e amici, le speranze di ritrovarlo sano e salvo diventano di ora in ora sempre più flebili. Il ritrovamento di sci, di una piccozza e dello zaino dell’escursionista aveva fatto ben pensare: un gesto voluto, per non avere ostacoli con l’abbondante neve presente sul posto (oltre due metri) ma soprattutto dal vento forte (oltre i 100 chilometri orari) che ha caratterizzato il massiccio del Gran Sasso negli ultimi giorni. Ma ieri, giornata importante per le sorti dell’alpinista, ha riservato invece per i soccorritori un nulla di fatto. Eppure di buon mattino in 50 circa si sono concentrati nella zona di Campo Pericoli, nel luogo in cui sono state ritrovate le attrezzature dell’escursionista. Guardia di finanza, forestali, soccorso alpino del Cai (Cnsas), volontari, unità cinofile con l’ausilio di tre elicotteri del 118, del corpo forestale dello Stato, della Polizia di Stato. Ma di Massimiliano Giusti, nessuna traccia. I soccorritori del soccorso alpino e speleologico d’Abruzzo, hanno utilizzato uno speciale strumento denominato «Recco» in grado di captare il segnale riflesso dalle piastrine, simili a barrette cucite nei giubbini e pantaloni da neve. «Uno strumento - ha detto Antonio Pace, responsabile della stazione Cnsas dell’Aquila - in grado di ricevere un segnale riflesso da un orologio». Anche in questo caso l’utilizzo dello strumento si è rivelato non risolutivo. Neppure il fiuto dei cani antivalanga è stato risolutivo per le sorti del giovane alpinista, i cui genitori da tre giorni attendono dall’arrivo della funivia di Campo Imperatore notizie del figlio che ha una bimba di pochi anni. «Abbiamo lavorato muovendoci a cerchi concentrici - ha detto invece il maresciallo Paolo Passalacqua, responsabile del soccorso alpino delle Fiamme gialle, la cui competenza territoriale copre il centro sud Italia fino alla Sicilia - partendo dal luogo in cui è stato ritrovato lo zaino del’escursionista». Le operazioni di oggi si preannunciano imponenti in quanto i soccorritori hanno deciso ieri sera al termine di un briefing di impiegare unità cinofile specializzate nella ricerca su valanga, presenti in tutta la regione e fuori «per battere il più possibile» la zona in cui potrebbe trovarsi l’escursionista. I soccorritori impegnati non escludono nessuna ipotesi, la più flebile quella che Giusti possa essere ancora in vita. L’ipotesi che invece sta prendendo piede quella che l’alpinista possa essere stato colto da stanchezza o comunque da ipotermia e che la bufera abbia spazzato la neve quel tanto da seppellirlo visto che nella zona non ci sono crepacci ma dei cumuli anche abbastanza alti. Ed è probabilmente in uno di questi che potrebbe trovarsi il corpo dell’escursionista. Al momento non è stata presa alcuna iniziativa della magistratura aquilana, per verificare eventuali ipotesi di reato.

   



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