Ottavia Palmerini, scomparsa oggi la prof. della mitezza e del sorriso

Ottavia Palmerini, scomparsa oggi la prof. della mitezza e del sorriso

 

L’AQUILA – E’ deceduta stamane all’ospedale San Salvatore, dove da alcuni giorni era ricoverata per un recente malore, la professoressa Ottavia Palmerini, di 79 anni. Ottavia è stata docente di Lingua e Letteratura italiana alle Scuole medie dell’aquilano e nell’ultimo ventennio della sua carriera d’insegnante presso la Scuola media di Paganica, paese dove lei risiedeva.

 

Ottavia era nata in Eritrea, dove suo padre Romualdo Palmerini era “emigrato” da Paganica in terra coloniale italiana per andare a lavorare nei cantieri di costruzione della rete ferroviaria eritrea, come aveva disposto in quegli anni il regime fascista per l’Italia, alla conquista di un “posto al sole”, cui il 3 ottobre 1935 seguì - esercitando tale presunto diritto - la terribile guerra contro l’Abissinia (Etiopia), conclusasi il 5 maggio 1936.

 

Romualdo nulla c’entrava in queste mire belliche, occupato come era nei cantieri ferroviari e nella costruzione della sua futura famiglia. Fu infatti là in Eritrea che conobbe Mariuccia, una bella ragazza piemontese di rara sensibilità e di finissimo tratto, che poi sposò. Dalla loro unione, nel 1943, nacque Ottavia, bimba dagli occhi cerulei che frequentò la prima elementare nella scuola italiana in Eritrea. Fu l’unico anno che passò sui banchi di scuola all’estero, perché nel 1950 Romualdo e Mariuccia, con lei, rientrarono in Italia. Alcuni anni a Chieti, poi il ritorno a Paganica, dove Romualdo era nato, componente di quella discendenza di Palmerini denominata “i ferrari” insediatasi a metà del Settecento nel popoloso centro aquilano, dando vita ad una provetta stirpe di fabbri.

 

Ottavia frequentò a Paganica la scuola elementare, poi tutta la trafila degli studi medi e superiori a L’Aquila, dove pure seguì con grande profitto gli studi universitari presso la Facoltà di Magistero, laureandosi brillantemente in Lettere. L’insegnamento fu subito la sua prima occupazione, ma soprattutto fu la sua vocazione. La prof. Ottavia Palmerini è infatti rimasta nel cuore a schiere di studenti, dovunque abbia insegnato. Per essere non soltanto una brava docente di Italiano e Storia, ma soprattutto per la sua mitezza e per il sorriso solare che ha illuminato tutti i giorni della sua vita il bel suo volto rotondo.

 

Indimenticabile resta la gentilezza del suo tratto e quella espressività che attraverso gli occhi color del cielo arrivava al cuore dei ragazzi. L’hanno amata e rispettata, anche quando ha lasciato le aule di scuola. Dopo il pensionamento la cercavano e quando la incontravano volentieri si fermavano a parlarle e chiederle consigli. Ottavia aveva sposato un suo collega d’insegnamento, Salvatore Ambrosio, d’origine napoletana, un uomo dall’ingegno multiforme che si è fortemente radicato e naturalizzato a Paganica. Davvero una bella coppia, Ottavia e Salvatore, dalla quale nel 1976 è nata Giusy, ora stimata Ingegnere ambientale, sposata con Carlo Volpe ed allietata da due magnifici bimbi, Leonardo ed Elena, la gioia dei nonni.

 

Questa è la bella storia di famiglia di Ottavia, donna ricca di signorilità, di garbo, tenerezze ed ironia. Una persona sincera ed autentica, nei suoi valori profondi, di grande sensibilità e mitezza. D’altronde aveva ereditato dai genitori Romualdo e Mariuccia quella mitezza e quella custodia del conversare sottovoce che oggi sarebbero d’esempio a tanti per i toni sguaiati del tempo che viviamo.

 

Ottavia questo tratto di serenità e mitezza l’ha fatto suo, l’ha incarnato ogni giorno della vita. Particolarmente nelle aule scolastiche, dove ha saputo intessere con i suoi studenti un dialogo costruttivo che trasmetteva sapere e conoscenza con pacatezza e garbo. Hanno potuto apprendere da lei, i suoi allievi, anche una buona dose di civismo e buone maniere. Anche questa è un'eredità significativa che la cara cugina Ottavia lascia ai giovani che ha contribuito a formare. Un'eredità morale di cui Giusy, Carlo e i loro figli possono andare davvero orgogliosi.

 

Goffredo Palmerini

 



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