ALLE OFFICINE DI FONTECCHIO LA PRESENTAZIONE LIBRO DI SARTORIO
Posted by Antonio Giampaoli | 2022-10-14 | Commenti: 3 | Letto 943041 volte
Un libro che coniuga la narrazione di un anno di scuola in una prima elementare, con la trattazione e l’analisi di questioni e tesi concernenti la pedagogia, i protagonisti e le nuove scoperte delle neuroscienze. Rivolto a insegnanti, educatori, genitori, ma anche ad un più vasto pubblico interessato ai temi della formazione e dell’educazione
E' "Abbecedario ribelle per una pedagogia emozionale", di Alessandra Sartorio, edito da Armando Editore, e che sarà presentato a Fontecchio, in provincia dell'Aquila, venerdì 14 ottobre alle ore 18 presso i laboratori d'arte Le Officine, solo uno dei tanti appuntamenti in programma nel piccolo paese dove tanti artisti e intellettuali sono andati a vivere e lavorare stabilmente da più parti d'Italia e del mondo.
Sartorio, che dialogherà con l'assessora alla Cultura Valeria Pica, opera da anni come insegnante e formatrice.
"Una scuola diversa non basta sognarla, bisogna iniziare a costruirla - spiega l'autrice -. E questo spetta a ognuno di noi. Sono convinta che si possa apprendere nella gioia, nel piacere, nel divertimento, sviluppando attenzione e concentrazione. Quando l'adulto cambia postura mettendo il bambino o l'adolescente al centro, gli offre potere decisionale e lo rende consapevole delle sue modalità di apprendimento, del suo talento, della molteplicità delle sue intelligenze e dei suoi linguaggio Sono convinta che si possa apprendere nella gioia, nel piacere, nel divertimento, sviluppando attenzione e concentrazione. Quando l'adulto cambia postura mettendo il bambino o l'adolescente al centro, gli offre potere decisionale e lo rende consapevole delle sue modalità di apprendimento, del suo talento, della molteplicità delle sue intelligenze e dei suoi linguaggio".
"Il periodo storico che stiamo vivendo - aggiunge Sartorio -, sta lasciando emergere un forte disagio sociale che si evidenzia con situazioni di violenza, di bullismo e di autolesionismo. La scuola ha la grande responsabilità di farsi carico di questo disagio e di offrire un sostegno ai piccoli e ai giovani, ma anche gli adulti educanti sempre più spesso infelici, frustrati, stressati, vittime sacrificali di cavillosi ingranaggi burocratici e di estremismi valutativi. Raccontare un anno di scuola che ha segnato una cesura foriera di felicità, equivale per me a gettare un sassolino nello stagno-scuola e generare qualche piccola onda, nella convinzione che sia necessario agire da moltiplicatori".
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