Natale: cardinale Petrocchi, porta spalancata sulla pace

"Vorrei che il tema della pace - nella sua dimensione cristiana e umana - risuonasse spesso nelle nostre assemblee, come pure diventasse un argomento 'ritornante' nella riflessione e nelle conversazioni che siamo chiamati a promuovere.

 

 

Pace, si sa, non vuol dire solo assenza di guerra, ma vita fraterna, personale e comunitaria, animata dalla verità e dall'amore". È un passaggio del messaggio augurale di Natale del cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo metropolita dell'Aquila.
    "Siamo pure consapevoli - aggiunge - che il peccato punta ad uccidere la pace e suscita egoismi 'conduttori' di inimicizie e di violenze. Da questo male, che ci portiamo addosso, non siamo in grado di emanciparci da soli: ecco perché ci fa esultare la 'buona notizia' che Dio stesso si è mosso, per venirci incontro e riscattarci da questa 'patologia' etica, che attacca la mente, il cuore e i rapporti umani. Celebrare il Natale significa aprire spazi spirituali, culturali e sociali al Figlio di Dio, fatto uomo nella Vergine Maria per opera dello Spirito Santo.
    Lui, dimorando in noi con la Sua Parola e la Sua grazia, ci rende capaci di respingere le logiche inique delle contrapposizioni, per accogliere la fiamma della pace e accenderla nel mondo in cui operiamo".
    In questo orizzonte, spalancato dall'evento del Natale, il cardinale Petrocchi riporta alcuni "tristi dati statistici" letti in pubblicazioni specializzate. "La storia umana è una storia di guerre: dal 1496 a.C. fino al 1861 d.C., ci furono 227 anni di pace e 3.130 anni di guerra, tredici anni di guerra per ogni anno di pace. Lo scorso secolo, nel cuore dell'Europa, sono scoppiati numerosi conflitti e due guerre mondiali, che hanno provocato devastazioni immense e oltre 100 milioni di morti".
    "L'assurda guerra in Ucraina, che ancora si combatte - sottolinea il cardinale - rappresenta l'ultima sanguinosa vergogna del nostro Continente. Invochiamo l'Altissimo, con unanime costanza, perché gli spiragli di trattative, che si intravedono, possano condurre presto ad una tregua e alla cessazione delle ostilità. I miracoli avvengono anche oggi: chiediamoli! I credenti non possono rassegnarsi di fronte a questo scandalo e debbono mobilitarsi".



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