ASSERGI, SERA DI NATALE 1931 (LA RETTIFICA D’UN TESTAMENTO)

ASSERGI, SERA DI NATALE 1931

(LA RETTIFICA D’UN TESTAMENTO)

 

«TENGA RESCONGIÀ TUTT…»

 

- di Fernando Acitelli -

Personaggi:

Vecchio uomo ammalato,

Vecchia donna, moglie dell’ammalato

Uomo di circa cinquant’anni, figlio dei due vecchi

Donna, la moglie dell’uomo

Il dottore

Il notaio

Primo testimone

Secondo testimone

 

 

1° SCENA. CASA – INTERNO SERA (Una cucina di contadini con tavolo, stipo, alcune sedie di cui una spagliata. La legna al focolare arde: illumina il luogo e scalda le pareti).

DONNA (camminando avanti e indietro a testa china, con disappunto): «Non è possibile. Il dottore e il notaio convocati insieme. Se uno lo racconta non è creduto…»

UOMO (seduto dinanzi al fuoco ricurvo con i gomiti puntati sui ginocchi e le mani a sostenere la testa):«Raccontarlo? Abbassa la voce piuttosto, qui si sente tutto…anche le pareti hanno orecchi. Proprio l’atmosfera della fine. Chi l’avrebbe ipotizzato nella notte di Natale…Ma forse è indicativo anche il giorno, l’ora…»

DONNA (di colpo fermandosi e guardando l’uomo): «Ma perché, adesso, modificare il testamento?»

UOMO (scuotendo la testa ma accompagnando l’azione con un lieve sorriso): «I rimorsi di coscienza, ma è comprensibile…»

DONNA (sempre ferma di lato all’uomo e con le mani puntate sui fianchi): «Ma può andare a tuo sfavore, non l’hai pensato?»

UOMO: «Io non penso più nulla. Oggi ci sei e domani diventi anima. Sarai ricordato come anima, lo capisci questo?»

DONNA (riprendendo a camminare lungo la cucina): «Oh, come sei ispirato questa sera!...»

UOMO: (voltandosi di scatto): «Addolorato dovresti dire…ma non per il testamento da modificare quanto per l’esistenza…Tra un po’ mio padre non ci sarà più…»

DONNA: «Potresti fare un ultimo tentativo con tuo padre…»

UOMO: «Perché contrastare la volontà d’un vecchio? Oltretutto malato. Non diciamo sempre “Sia fatta la volontà di Dio?...” Perché andargli contro? Non lo vedi che è agli sgoccioli?»

DONNA (scuotendo la testa): «Convocare medico e notaio la notte di Natale…»

UOMO: «È un segno, non lo capisci? Tu credi soltanto quando ti fa comodo?»

DONNA: «Continua pure con le offese»

UOMO (voltandosi irritato): «Offese? Quando arriverai all’età di mio padre le tue convinzioni saranno diverse…»

DONNA: «Ma io dico, un testamento è stato fatto a suo tempo, perché modificarlo?»

UOMO: «Perché non ha trattato i figli allo stesso modo…Ci vuole tanto per capirlo?»

DONNA: «Ma se tuo padre poi avrà un miglioramento, cambierà nuovamente il testamento?»

UOMO: «A volte credo che tu sia nata per infastidire il prossimo…Eppure  sei una donna e allora dovresti gioire se mio padre ha deciso di equiparare maschi e femmine…E invece no, sei inquieta e procedi a testa bassa non ragionando più… Guarda che non lasciamo niente quaggiù…»

***

SCENA n° 2. (Scendendo le scale, provenendo da una camera in alto, la moglie del vecchio malato giunge in cucina. È stata nella stanza, accanto all’infermo)

VECCHIA DONNA (Accennando a un sorriso): «Stanno arrivando! Dal balcone li ho visti! Si saranno dati l’appuntamento a L’Aquila, una biga dietro l’altra. È stato facile scorgerli, due lanterne illuminano le carrozze…»

UOMO:«Puntuali, niente da dire. Si saranno dati una voce lungo la strada…per darsi coraggio…»

DONNA (sempre più adirata):«Bravo, adesso incensali pure…Mi raccomando, quando entrano fa loro anche l’inchino»

UOMO: (guardando sua madre): «Brutta aria, per fortuna che è la notte di Natale…»

VECCHIA DONNA (scuote la testa, chiude gli occhi, serra le labbra e poi si rivolge a suo figlio): «Faresti bene a salire per vedere tuo padre…»

UOMO (si volge verso la Madonna, la sacra immagine custodita in una teca di legno e che gira per il paese):«Madonna mia, come vorrei essere altrove…»

VECCHIA DONNA (rivolta al figlio, e con le mani giunte):«Sali, tuo padre ha bisogno di te…»

UOMO (chiudendo gli occhi in segno di rassegnazione):«Quali parole mi dirà?»

VECCHIA DONNA (sospirando): «Quelle che servono in questi momenti…»

***

SCENA n° 3 (Una stanza con luce fioca, quest’ultima generata da due candele erette in un candelabro a tre bracci. La terza candela è spenta perché la luce di tre candele è troppo intensa per l’ammalato. Una finestra sulla destra, poi il letto su cui è disteso l’infermo, un vis à vis di fronte. Le coperte che nel pensiero dei famigliari dovrebbero contribuire ad un miglioramento della malattia al cuore. Due comodini, uno per lato, sul cui ripiano di marmo si vedono alcuni santini e delle boccette di medicinali).

UOMO (occhieggiando prima d’entrare nella stanza):«Padre sei sveglio, è una fortuna. Sarebbe stato un oltraggio svegliarti…»

VECCHIO UOMO (volgendosi piano verso suo figlio e sempre più in affanno di petto, faccenda questa in cui è coinvolto il cuore. Parla a fatica):«Eccoci giunti, manca poco. Tutto è volato via…Un attimo…ieri mattina ero un bambino…»

UOMO (accanto a suo padre, cercando ormai il tepore solamente grazie al contatto con le coperte): «Sta arrivando il dottore, vedrai, ti troverà meglio…Mamma lo ha visto in carrozza, sulla strada…C’è anche il notaio…»

VECCHIO UOMO (smania per l’affanno e non può che muoversi a stento): «Per favore, sistemami i cuscini, fammi sollevare un poco…e poi, e poi sposta la coperta dal petto…m’è impossibile respirare…»

UOMO (provvede a quanto ascoltato da suo padre. Il suo sguardo è a un passo dal pianto):«Con il notaio sistemerai tutto e così sarai sereno…»

VECCHIO UOMO (con la bocca aperta e gli occhi chiusi):«Ricorda quello che ti dico… (pausa) Con il notaio, stasera, non vi saranno più disparità tra di voi….Tanto a te, tanto a tuo fratello, e lo stesso alle due sorelle…questo dirò al notaio… (pausa) Sono giunti i testimoni?»

UOMO (sistemando le coperte a suo padre e togliendogli così il peso dal petto):«No, ma sono a momenti...»

VECCHIO UOMO (riaprendo gli occhi): «Se non vengono i testimoni, non se ne farà nulla»

UOMO: «Perché non dovrebbero venire?»

VECCHIO UOMO: «Perché è Natale anche per loro... e se non vengono non potremo fare nulla con il notaio… (pausa) Dovresti andare incontro al dottore e al notaio....(pausa) Ho paura che non ricordino la casa... »

UOMO: «Adesso vado… » (si sposta fino alla finestra e vede che sta nevicando ed è come se da tale fatto egli ne ricavasse buoni auspici. Poi comunica tale novità a suo padre. «S’aggiusterà tutto, anche il tuo cuore…» (bacia suo padre sulla fronte e esce)

***

SCENA n°4 (Cucina. Sono arrivati tutti, sia i testimoni che il dottore e il notaio. Viene offerto loro il caffè e del ciambellone. Si è nel vivo della sera di Natale. Nel paese, quella è l’unica famiglia in cui l’inquietudine è al sommo. È un’attesa di Natale che i famigliari non hanno mai provato)

DOTTORE: «Facciamo in fretta, ho paura che il suo cuore possa cedere»

VECCHIA MADRE: (dinanzi all’immagine della Madonna in un addolorato abbandono): «Vergine santissima, tu che puoi tutto, salvalo…!»

DOTTORE: «Fate bene a pregare, cara signora… Credo che a questo punto le orazioni possano più d’ogni farmaco…» (poi, rivolto al notaio) «Carissimo, permetti che sia io il primo ad occuparmi del signor Laudadio? (poi a bassa voce e avvicinandosi al notaio) «Ti confesso che ho paura ad auscultare il suo cuore…»

NOTAIO:«Oh, darti la precedenza è per me motivo di gioia…(pausa). La salute del corpo, innanzitutto…Sarò lieto nell’ascoltare buone notizie…poi verrà il mio turno…»

SCENA n° 5 (Stanza del signor Laudadio. Vedendo apparire il dottore, l’ammalato è preso dall’angoscia e si mostra dunque con gli occhi chiusi e con un diffuso tremore sul viso. Egli è ad un passo dalle lacrime)

VECCHIO UOMO: «Più che voi, caro dottore, avrebbero dovuto chiamare il prete… (pausa) Sento che è l’aria della fine…»

DOTTORE: Oh, quale assurdità!... Non sapete che più s’ha speranza e più si vede la luce?!...Dopo la visita starete meglio…(pausa) Avanti, ascoltiamo questo vostro cuoricino…»

VECCHIO UOMO: «La speranza?!...Se solo immaginaste come mi sento…»

DOTTORE: «Questo lo avete detto anche l’ultima volta che sono venuto qui…»

VECCHIO UOMO: «Sempre peggio…v’assicuro…»

Il figlio del signor Laudadio provvede a togliere le coperte da sopra il corpo di suo padre e a scoprirgli il petto. Dopo tali azioni ecco che il dottore avanza verso l’ammalato e inizia la sua ricognizione sul costato. Dopo tale attenta auscultazione fa sollevare il busto dell’ammalato di modo che possa “sentirlo” anche alle spalle. Il figlio provvede a che il padre si sollevi. In verità lui funge da puntello per il genitore.

DOTTORE: «La situazione non è poi così grave…(pausa) Pensavo peggio, e invece…»

Sentendo quelle parole, il viso del vecchio pare investito da una luce di serenità. Lo sguardo è migliorato, e la tensione  s’è attenuata.

VECCHIO UOMO (voltandosi verso suo figlio e balbettando a bassa voce): «Ma sarà vero?»

UOMO (rivolto al dottore): «Vi chiedo scusa, mio padre chiede se è vero questo miglioramento, chiamiamolo così…»

DOTTORE: «La verità! Deve trattarsi d’un dono di Dio visto che è la notte di Natale…Non è come immaginavo…»

UOMO: «Dio sia lodato! (poi rivolto al padre) Hai sentito il dottore? Stai meglio, anche stavolta Dio s’è ricordato di noi…»

Terminate la visita e avendo constatato che l’apparato respiratorio del vecchio uomo è, malgrado tutto, in un buono stato, il dottore invita il figlio a far distendere il vecchio padre e a coprirlo. Poi tira fuori dalla sua borsa una boccetta con un liquido all’interno che, sia per il vecchio uomo che per il figlio, pare debba contenere qualcosa di miracoloso. Quindi il dottore descrive al figlio come usare quelle gocce. Il vecchio uomo guarda quella boccetta sistemata sul comodino e i suoi occhi si fanno lucidi.

DOTTORE (rivolto al vecchio uomo con un sorriso): «Pensate a stare bene e tanti auguri per il Natale…».

VECCHIO UOMO (in lacrime e stringendogli forte la mano): «Dio vi benedica, dottore»

I due escono e lasciano il posto al notaio che entra nella stanza con i due testimoni che sono di Assergi.

NOTAIO (anch’egli sorridente, si toglie il cappotto, il cappello, la sciarpa e quindi si siede accanto al letto del vecchio uomo): «Ho ascoltato, ho ascoltato! Mi congratulo…le parole favorevoli del dottore dispongono alla serenità…(pausa) Allora, proprio nella sera di Natale avete deciso di rettificare il testamento…

VECCHIO UOMO: «Notaio, dovete cambiare tutto come vi dissi… (pausa) i miei figli devono avere quote uguali…(pausa), nessuna disparità, nessun favoritismo (pausa), i figli…i miei figli…(pausa) Perché mai scegliere a chi di più e a chi di meno?…Oh no! Nessuna differenza tra maschi e femmine, questa è la mia volontà…Scrivete subito quanto vi ho appena detto e firmerò davanti ai testimoni e a mio figlio…»

NOTAIO: «Avevo già preparato la nuova stesura…Vostro figlio venuto da me mi ha chiarito tutto… ora vi leggo quanto sta scritto…»

Il notaio legge il nuovo testo già elaborato secondo la volontà del vecchio uomo e ogni volta che arriva ai nomi dei quattro figli, due maschi e due femmine, si ferma nella lettura proprio per sottolineare le rettifiche effettuate. I due testimoni ascoltano tutta la lettura, ritti, impettiti, lì convocati come per un dovere morale.

VECCHIO UOMO: (dopo aver ascoltato tutta la lettura del testo modificato e ancora una volta con gli occhi velati di pianto): «Ora sì che posso morire tranquillo…»

NOTAIO: (con uno stupore sorridente):«Oh, morire!... Per morire come per pagare c’è sempre tempo…Non lo sapete?

I due testimoni sorridono

VECCHIO UOMO: «Ci sapete fare voi con le parole…(pausa) Che il buon Dio si ricordi anche di voi per tutto quello che avete fatto per me…»

Il figlio aiuta il padre a sollevarsi: è pronto per la firma. Sebbene un po’ tremolante, la firma è leggibilissima sui fogli del notaio e così quell’esistenza pare risplendere. Per lui quel giorno sarà diverso da tutti gli altri. Il vecchio uomo poi si distende ed il suo volto è raggiante per la nuova serenità che lo ha investito. I suoi occhi sono chiusi e muove il capo verticalmente come a dire che tutto è compiuto in maniera esemplare.

Il notaio e i testimoni salutano il vecchio uomo ed escono dalla stanza. Quella luce fioca pare adesso una meravigliosa luminaria in un palazzo nobiliare. Poi il vecchio uomo chiede a suo figlio di poter vedere la neve e così costui, con l’aiuto di sua moglie e della vecchia madre appena fuori la stanza,, spostano il letto convogliandolo davanti alla finestra. Composti dei cuscini ulteriori dietro la schiena del vecchio uomo, costui può meglio penetrare la realtà che gli sta davanti. In più, quella posizione è favorevole anche per il cuore. Il  vecchio osserva la neve che scende, i tetti che gli stanno a breve distanza già ricoperti da quel candido manto e non crede che tutto quello accaduto poco prima – la visita del dottore e il colloquio di rettifica con il notaio – siano realmente accaduti. È andato tutto bene e le angosce relative a quei due incontri si sono dissolte. Ha fatto correggere il testamento e ha saputo la novità che il suo cuore non è poi messo così male come si pensava. Che sia stato un intervento del cielo?Egli lo crede ma se lo ripete a bassa voce e ai suoi famigliari non dirà nulla. A proposito dei famigliari, essi stanno sul terrazzo in alto da cui possono vedere tutto il paesaggio, il paese e poi le stradine e la statale. E in tale scenario, ad un certo punto, vedono sfilare sulla strada, in lontananza, le due carrozze con medico e notaio che fanno ritorno a L’Aquila e arriveranno con un lieve ritardo alla cena di Natale.



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