ICARUS smentisce OPERA: i neutrini vanno alla velocità della luce

L’esperimento ICARUS T600, collocato anch’esso nel laboratorio sotterraneo del Gran Sasso dell’INFN e basato sulla tecnica dell’Argon liquido, progettato dal premio Nobel per la fisica, prof. Carlo Rubbia, ha pubblicato su arxiv una nuova misura della velocità dei neutrini.

La misura è basata su 7 eventi di neutrini raccolti durante l’operazione del fascio di neutrini dal CERN al Gran Sasso (CNGS) con impulsi corti, e dunque ottimizzata per la determinazione del tempo di volo, dopo il clamoroso annuncio della collaborazione OPERA. Il risultato è sostanzialmente diverso da quello di OPERA e perfettamente compatibile con la velocità della luce: la differenza del tempo di arrivo osservata è pari a 0.3 ns con un errore statistico pari a 4.0 ns e un errore sistematico pari a 9.0 ns.

Questo risultato va confrontato con l’anticipo pari a 58 ns osservato da OPERA, che ha poi però annunciato (con uno statement invero non molto dettagliato) che la misura era affetta da due effetti che potrebbero averla falsata di diverse decine di ns.

ICARUS è un rilevatore costituito da due moduli a forma di parallelepipedo di circa 200 metri cubi ognuno, che contengono nel complesso 600 tonnellate di argon liquido ultrapuro e sono attraversati da una fitta rete di circa 54.000 sottilissimi fili di acciaio inossidabile. Il passaggio dei neutrini viene registrato elettronicamente, leggendo le cariche elettriche rilasciate lungo la traccia dal processo di ionizzazione, ricostruendo con precisione estrema la cascata di particelle che si crea nell’interazione dei neutrini, con una tecnica “fotografica” simile a quella delle camere a bolle.

La collaborazione ICARUS è formata da fisici italiani dell’INFN Gran Sasso e Frascati, e dell’INFN e Univesità di Padova, Pavia, Napoli, L’Aquila e Pisa, e di fisici di HNINP Cracovia, University of California, INR Mosca, ITP Wroclaw, Università di Varsavia e del CERN.

 



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