ASSERGI, IL CONVENTO DEI FRATI - di Eugenia Vitocco -

IL CONVENTO DEI FRATI

- di Eugenia Vitocco -

 Ho scritto tanto sugli avvenimenti del nostro Assergi ed alcune volte dico a me stessa che e` lui che mi ispira a farmelo fare. Cosi` continuero` a scrivere per raccontare a tutti la vita dei nostri antenati, che hanno camminato in quei sentieri, ancora esistenti dove hanno lasciato le loro orme che ne narrano la storia passata. Vissuta in ere lontane.

Assergi e` un borgo semiabbandonato che vede il sole sorgere e tramontare come nei secoli dei secoli ma avvolto da una solitudine che lo affligge e che lui stesso cerca di nascondere alla vista di qualcuno che viene a visitarlo. Ed io continuo a scrivere su di lui dicendo solo realta` senza un minimo senso della mia fantasia ma logicamente tutto basato alla maniera di come la ho vissuta; in una pacifica ed umana convivenza con la mia famiglia e nostri vicini di casa e di Assergi. Ed eccomi ancora una volta a sottrarre alla mia mente e memoria due secolari nomi, mai piu` menzionati e propriamente "Il Convento dei Frati" con l'allora annessa chiesetta di "Santa Maria in Valle". Erano i nomi di due connessi fabbricati all'entrata del nostro paese, risalienti a tempi lontanissimi e in quello storico periodo, quando in Italia e in tutta l'Europa sorsero e sorgevano centri religiosi, denominati Conventi e Monasteri. Raccoglitori di giovani chiamati FRATI, che dedicarono la loro vita al monaocato e alla preghiera ma specialmente alla loro tanto sognata passione per imparare a leggere e a scrivere. Un privilegio in quei tempi soltanto di prescelte categorie sociali, ricchi e benestanti, ed assoluti comandanti di quelle ere. Erano due meravigliose costruzioni delle quali il Convento e` il sopravvissuto, un edificio monumentale per Assergi e specialmente dopo il suo restauro ancora piu` bello di prima.

A vita avevo sempre sognato di andare a rivedere quelle stanze dove anche io ho imparato a leggere e a scrivere e tornando anni fa, dissi a me stessa: Voglio e devo andarci per rivedere e per risentire con la mia immaginazione l'eco delle voci permeate in quelle pareti, di tutti quei fraticelli che ci son vissuti e che ci hanno studiato ridendo e pure scorazzando come tutti i giovani in ogni era, ma concentrati mentalmente alla missione della loro spirituale scelta.

Ai miei tempi scolastici c'erano ancora segni di vita della loro maniera di vivere; scarabocchi sui muri ed anche illeggibili storielle di un Latino misto e gia invaso dai risorgenti dialetti dopo la caduta dell'IMPERO ROMANO.

Al cortile interno c'era un pozzo ancora esistente ed una stanza al pianterreno, affumicata, nera con forno e caldaie per bucati ed un'altra dove cucinavano e mangiavano e poi al primo piano annessa la chiesetta dove pregavano; chiamata "Santa Maria in Valle" ma poi demolita, non piu` esistente.

In memoria di quello che fu, ne ricostruirono la sua facciata a destra della nostra monumentale Chiesa di Santa Maria Assunta.

Emozionata ma devo rimenzionarlo. Fu demolita nel 1933. Cosa che non sarebbe mai successa oggi per dare il passaggio all'attuale strada carrozzabile che unisce L'Aquila alla Funivia del Gran Sasso.

La sua demolizione non passo` ignorata. Colpi` e trafisse il cuore di tutti gli abitanti di Assergi che insorsero e fecero rivoluzione con risultato negativo perche` furono in gran numero arrestati e portati alla prigione (chiamata San Domenico a L'Aquila) per alcuni giorni tra cui anche mio padre Domenico Vitocco, considerato "Capo organizzatore e subbugliatore del disturbo".

Del tutto me favoreggiarono soltanto quei pochi proprietari dei pagliai a fianco, che come la voce popolare disse, ne avevano acconsentito la demolazione a scopo di salvare la loro proprieta`, dove sarebbe dovuta passare la carrozzabile e per salvare la storica chiesetta dove come si e detto, c'erano sepolti tanti loro famigliari. Dietro alla Chiessetta c'era e c'e ancora l'orto dei Frati, del quale la carrozzabile ne assorbi` un quinto del suo terreno e distruggendo la parte piu` toccante e commovente; il muraglione di cinta con la sua porta, parte ornamentale e storica di quel Convento.

Mio padre lo compro` nel 1926 all'asta nel Comune di L'Aquila ed e` ancora possesso di noi tutti suoi eredi Vitocco, suoi figli. Un angolo meraviglioso per noi otto figli. E` stato la nostra seconda casa nel dopo scuola e dove passavamo il massimo del nostro tempo durante l'Estate e la Primavera.  Era un centro di raccoglimento con le nostre compagne e compagni ed attraeva perche` era un frutteto. C'erano piante di mele, di pere, di ciliegie, e di tanta uva nell'Autuno. Questi alberi hanno continuato a viverci per lungo tempo e due speciali si sono eternati nella mia mente perche` sebbene vecchi, erano parte originaria dell'orto dei Frati e che loro avevano piantato in altri tempi e benche` vecchi continuavano a fiorire a Primavera e a darci annualmente le loro frutte; albicocche e prugne. Mio padre li ha custoditi fin quando si sono seccati e sono deceduti per cause naturale.

Questi due alberi ci hanno narrata la vita di quei fraticelli, trascorsa sotto la loro ombra mentre studiavano e ridevano e cantavano pure. E` stato un meraviglioso angolo per noi tutti ma anche un po' avvolto da racconti misteriosi.

C'era una peschiera dove si raccoglieva l'acqua di una perenne sorgente ancora esistente, per innaffiare l'orto ed una piastra di cemento dove lavavano i loro panni e poi un piccolo fabbricato adibito a pollaio ed in piu` un detto stagnante nella mente di tutti che c'erano sepolti tanti frati; mai attestato o forse un segreto convenzionale mantenuto dagli stessi frati. I nostri compagni un po' dispregiatamente ci dicevano li` ci riescono gli spiriti dei frati.

E noi forse gia preparati ed abituati a quelle dicerie rispondevamo "Si ma spiriti santi." Ora questo caro edificio con la sua monumentalita` e` una parte storica di Assergi e l'ultimo frate che ci e` vissuto e che ne ha chiuso le porte si chiamava "FRA VINCENZO DI ARAGNO" per poi diventare scuola e attualmente un bellissimo esemplare restauro di quello che fu e che ha ospitato nel corso dei secoli soldati Normanni, Austriaci, Francesi, Spagnoli, e nell'ultimo secolo Tedeschi, Inglesi, ed Americani ed oggi e` parte integrante della storia del nostro Assergi.

Eugenia Vitocco, USA



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