OSPITI DELLA REALTA': RICORDO DI EUGENIA VITOCCO - di Fernando Acitelli

Un ricordo è il meno che io possa fare pur non conoscendo Eugenia Vitocco personalmente ma avendola apprezzata grazie ai suoi scritti. I suoi scritti, appunto: essi erano (sono!) contraddistinti da una razionalita'  affrescata di sentimento, come colei che tutto ricorda dell'affresco di Assergi ma non e' soltanto descrizione dei luoghi, ovvero  d'un naturalismo  immediato, "spicciolo",  sì invero d'un continuo definire e ripresentare integri i suoi luoghi della fanciullezza e adolescenza. La scrittura consente tutto questo con l'armamentario dei suoi  illusionismi, degli azzardi funambolici ed è con simile procedimento/illusione che ci si inganna, appunto, di tenere  a bada la dimensione Tempo. La sospensione dalla vita avviene proprio nei momenti del ricordo, quando si attiva la sottocorteccia, la zona limbica e quindi la scrittura.
Eugenia, cara, il tuo cognome, Vitocco, era famigliare  nella mia casa. Ora dovrebbe esserci mia madre, Domenica Giusti, per ricostruire l'albero genealogico di quella famiglia. Mia madre sarebbe in grado di dare nuovamente un volto e tratteggiare la personalità di tutti i componenti di quella famiglia. Tempo fa, con un racconto, pubblicato su "Assergi racconta" feci mettere una foto dove era presente anche Franceschina che era la madre di tutti questi figli Vitocco (non vorrei sbagliarmi). E con Franceschina, che era la levatrice, nacquero molti bimbi ad Assergi compreso mio padre, il 18 dicembre 1916. Mia madre raccontava che ad Assergi chiamavano Franceschina anche per dei malanni. Era lei il medico d'urgenza che interveniva tempestivamente e con perizia.
Mia madre era rimasta molto attaccata, come ricordo, ad Olga e ne parlava spesso.
In questi momenti, oltre a pensare ai "Sepolcri" del Foscolo con la sua "corrispondenza d'amore sensi" tra il marmo e chi, ancora nella vita, "parla" con il defunto, mi stringo attorno ai distillati versi di Sandro Penna:

Io sono in un locale greve e nero,
pieno di fumo, pieno di parole.
Ma sono assente: e sogno un cimitero
di un piccolo villaggio sotto il sole.

Ecco il nostro cimitero di Assergi.

Buon viaggio cara Eugenia e ti ripeto la stessa frase che disse zio Laurino quando morì mio nonno Lorenzo: "Lore', se revedeme 'n paradise...!"

(Nella foto sotto c'e' Franceschina, la famosa levatrice di Assergi e, dietro di lei, c''e' mio padre che nacque grazie alla perizia e preparazione di Franceschina. Nella foto si riconoscono inoltre Teresa Lalli, Costanza Rapiti, Pierina De Luca  sorella di Maria, quindi Ugo Acitelli ed Elena Rapiti.)


FERNANDO ACITELLI

 



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