Il Passo Possibile: il recupero del Teatro comunale e dei luoghi culturali cittadini è fermo

Il Passo Possibile: il recupero del Teatro comunale e dei luoghi culturali cittadini è fermo. Perché?

Centro nevralgico per decenni di un’intensa e illuminata attività culturale e pur vantando importanti fasti teatrali, l’Aquila  è  ancora molto lontana dal riappropriarsi del suo glorioso Teatro comunale, sulla falsa riga di molti altri progetti dell’amministrazione Biondi per i quali la città, a fronte del poco realizzato rispetto ai continui annunci, pare destinata ad attendere migliori fortune.

Una ricostruzione lenta e travagliata quella del maggior presidio culturale cittadino che, oltre agli innumerevoli ritardi e altre amenità burocratiche, persino il fallimento della Ditta aggiudicatrice dei lavori, sconta un’incapacità progettuale e di spesa dell’Amministrazione, inconcepibili in tempi di ingenti disponibilità concesse dai fondi del PNRR.

E’ quanto denunciano in una nota i Consiglieri comunali di “Il Passo Possibile” Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Massimo Scimia e  Alessandro Tomassoni.

Crediamo sia giusto che il Sindaco e il Vicesindaco diano spiegazioni sul totale immobilismo in cui versano i lavori nella struttura ormai da anni e, oltretutto, giustifichino i continui proclami sulla (finta) riconsegna alla città più volte annunciata proprio per il 2023, a 150 anni dalla sua fondazione: un’apparente occasione, fastosa e propizia, evocata solo per nascondere l’amara realtà della mancanza di ingenti somme per l’ultimazione del Teatro, nonostante si sapesse da tempo che la dotazione finanziaria prevista per circa 7 milioni di euro non sarebbe bastata.

Ci si chiede perché, a fronte di precise misure del PNRR e Fondo Complementare Aree sisma per sostenere i luoghi della cultura in Abruzzo, in particolare per la ristrutturazione, riqualificazione ed efficientamento energetico di cinema, teatri e musei (di cui 24 milioni di euro disponibili per la sola Provincia dell’Aquila) il nostro Comune abbia ritenuto di non partecipare ai bandi di riferimento, mentre, rimanendo in Abruzzo, vi hanno aderito virtuosamente i Comuni di Teramo (Programma “Next Appennino” del FC), Sulmona e San Salvo (PNRR Missione 5 C3 I 1.1.1), ottenendo rispettivamente fondi per 11 milioni di euro, 400.000 euro e  2 milioni di euro per i loro Teatri…

Si dica ai cittadini per quanto tempo dovranno accontentarsi del Ridotto, ovviamente sottodimensionato sia per l’accoglienza quantitativa degli spettatori ( si è dovuti ripiegare ad un terzo turno del cartellone stagionale del TSA, con tantissimi altri cittadini comunque  tagliati fuori sia dall’acquisto di abbonamenti che di biglietti singoli)” che, non di meno, per allestire le grandi rappresentazioni sceniche e musicali, in molti casi costrette ad essere forzatamente “riviste” per mancanza di spazi adeguati (specie per le grandi orchestre), con ciò risentendone la riuscita ottimale degli spettacoli.

Tutto ciò frutto dell’imperdonabile inerzia e noncuranza programmatoria che si riflette ancor più in quella generalizzata insufficienza di spazi culturali più volte lamentata dalle Associazioni e Istituzioni di riferimento cittadine.

 Oltre al  Teatro  Comunale, scontiamo ancora il mancato recupero del  Teatro “San Filippo” - nel cuore della città, quello che ha ospitato tantissime rassegne per ragazzi e di cui non si sa nulla dal 2017, si diceva sarebbe servito per i “Cantieri dell’Immaginario” - dell’Auditorium del Castello Cinquecentesco, del Teatro Sant’ Agostino, pensiamo anche al Cinema “Massimo”, allo stesso Palazzo Margherita, sede prestigiosa della Municipalità, riaperto in fretta e furia solo per esigenze di campagna elettorale e ad oggi ancora inesorabilmente chiuso (con il Consiglio comunale “ramingo” e perenne ospite): tutti luoghi simbolo di una rilevanza urbanistica e aggregazione sociale imprescindibili e il cui recupero, ormai a 14 anni dal sisma, non può più essere addebitabile alla situazione emergenziale….

Del resto, il processo di ricostruzione sociale dell’Aquila non potrà mai concludersi se non saranno recuperati e rivitalizzati i suoi storici luoghi culturali, riconsegnandoli alla nostra comunità, perché è la cultura stessa che ha bisogno di simboli in cui identificarsi.

Certo, ci sono luoghi dove la bellezza e la cultura non arrivano nemmeno, lasciati al loro triste destino, e parliamo delle frazioni, in cui le iniziative di pregio sono a cura o delle Amministrazioni Separate dei beni di uso civico locali o per iniziativa privata.

Vista la situazione non possiamo rimanere indifferenti - concludono i rappresentanti de “Il Passo Possibile”- motivo per cui, nella speranza di ricevere tutte quelle risposte e chiarimenti che gli aquilani giustamente pretendono, presenteremo una specifica interrogazione su quanto denunciato.

 



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