TAGLIO DEL BOSCO: “PAESI PEDEMONTANI DEL GRAN SASSO” - La nostra storia

TAGLIO DEL BOSCO: “PAESI PEDEMONTANI DEL GRAN SASSO”

La nostra storia

- di Giovanni Altobelli -

 

Premessa. Prima di raccontare “Il taglio del bosco”  bisogna rifare brevemente la storia boschiva dell’800/900.  Nelle frazioni pedemontane del Gran Sasso:  Camarda – Assergi – Filetto”  la piantumazione boschiva avvenne soprattutto fra gli anni 20 fino al 1960.  Le popolazioni locali per il riscaldamento si dovevano  arrangiare alla meglio per difendersi dal  freddo. Nelle lunghe serate d’inverno con la neve e il freddo, dopo cena i componenti della famiglia più delle volte per non consumare la legna dovevano andarsene  al letto per ordine del capo famiglia.  I contadini del passato avevano dei piccoli “Vivai” di mandorleti e noceti, appena le piantine  diventavano grandicelle, dopo aver fatto le dovute buche nei terreni, venivano piantumate soprattutto per ottenere il frutto,  esse venivano sarchiate alla  base del fusto, quando una pianta di mandarlo diventava vecchia veniva cavata per ricavarne dell’ottima legna da ardere.  I contadini di una volta già da dopo l’Unità d’Italia erano obbligati  tagliare i rami delle piante sporgenti lungo i sentieri di campagna, essendo proprietari confinanti, ne ricavavano frascume  per l’approvvigionamento del inverno seguente.  Organizzazione per il taglio del bosco.  Nelle nostre parti dopo la metà del 900 iniziarono cicliche operazioni per il taglio dei boschi,  occorrevano una serie di procedure amministrative quali: autorizzazione del Corpo Forestale dello Stato e del Comune di residenza. Una volta effettuati i vari sopralluoghi dai tecnici esperti:  fatto il martellamenti  e la selezione delle piante sia da tagliare che da lasciare per il futuro. Nei rispettivi paesi venivano fatte le riunioni  con i capi di famiglia in piazza per l’organizzazione del taglio che generalmente avveniva agli inizi della primavera o l’autunno.  Si costituivano le squadre organizzate  in base agli abitanti, che potevano essere da 8 a 15 formate di circa 8 o 10 famiglie ognuna. Una volta stabiliti i giorni del taglio i contadini si recavano nei boschi con i seguenti attrezzi da usare per il taglio degli alberi e frascume: “accette e accettuole, ronche e ronconi per il taglio dei rami, segoni per tagliare i grossi fusti e marracci.” Mentre gli uomini erano addetti al taglio degli alberi, le donne pensavano a legare rami e frascume.  Dopo l’abbattimento degli alberi  dalle zone impervie e dai costoni, le piante tagliate venivano trasportate  a mano a valle o anche caricate con somari e muli nelle  zone piane e comode per la formazione delle serre.  Le operazioni di taglio duravano circa 8 giornate, venivano formate le serre le quali avevano una lunghezza di metri 2,50 e una larghezza di un  metro e venti centimetri e un’altezza di circa un metro e venti aveva un approssimato peso di circa 30 quintali. Una volta finito il taglio e formate le serre, venivano sorteggiate ed assegnate ai richiedenti; successivamente,   la legna veniva riportata con asini, muli e qualche volta anche i cavalli. Purtroppo nell’epoca passata c’era la miseria, per il riscaldamento della casa c’era solo il camino, le moderne stufe di oggi e il gas ancora non arrivava,  non c’erano come oggi le moderne motoseghe di oggi, gli alberi venivano tagliati con le accette e segoni.  I boschi che vennero tagliati nel passato ma anche oggi per le tre frazioni sono stati: (a Camarda il bosco veniva chiamato La Selia ossia la Selva;  per Assergi venne tagliato La Macchia Grande , Le Peschiete e  Valle Fredda; per Filetto il bosco delle Cocce, La selva dei Memoni e la Macchia del Prete). In genere le piante tagliate sono state sempre querce, il pino non è stato mai tagliato e oggi ha invaso tutta la

montagna.  Da diversi anni nei nostri paesi sono state costituite “Le Amministrazioni Separate – Usi Civici” che ogni tanto organizzano il taglio del bosco per i residenti e domiciliati, anche nelle zone del parco chiedendo  le dovute autorizzazioni per tagliare.  L’Amministrazione Separata una volta individuata l’are boschiva da tagliare, fatti i sopralluoghi e progetti da tecnici specializzati, riscosse le relative quote dai richiedenti, si delega alle cooperative specializzate il taglio,  una volta eseguito il taglio  la legna viene riportata a domicilio.  Oggi anno 2023, vista la crisi energetica, la legna è sempre più ambita, poiché i prezzi ai rivenditori sono esorbitanti,  anche i boschi con i continui tagli stanno quasi finendo.

Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli.



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