Dino Rossi lancia un allarme per gli allevatori: “Siamo arrivati ad avere una fauna fuori controllo”

Dino Rossi, coordinatore regionale di Cospa Abruzzo organizzazione autonoma a tutela degli interessi di allevatori e agricoltori con un comunicato stampa lancia un allarme per gli allevatori: “Siamo arrivati ad avere una fauna fuori controllo”

 

"La nostra nazione invasa da animali selvatici, possibile introduzione della tigre della Malesia con Sandokan a seguito e magari qualche elefante che possiamo utilizzare per l’agricoltura visto i costi elevati del gasolio e dell’energia elettrica, insomma, ci possiamo svegliare con un pitone dentro a letto e qualche liana come ascensore: è forse questo il progetto che questi animalisti da salotto hanno in mente?

Siamo arrivati ad avere una fauna fuori controllo grazie anche all’ex governatore Giuseppe Conte che ha derogato nel 2018 la reintroduzione dei fauna non autoctona che riportiamo integralmente: Il testo tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza Stato-Regioni e dal Consiglio di Stato.A maggio del 2018, le Regioni avevano chiesto l'inserimento di un articolo aggiuntivo sulle deroghe autorizzabili - da inserire dopo il comma 2 dell’art. 11 del DPR 357/1997- in base al quale "le Regioni e le Province Autonome, sentito l’Istituto Superiore per la ricerca ambientale, provvedono direttamente ai sensi dei commi 1 e 2, limitatamente alle specie Ursus arctos e Canis lupus, e comunicano al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, senza ritardo e comunque non oltre quindici giorni, le deroghe concesse in base ai commi precedenti.” In sostanza grazie alla deroga approvata del Governo Conte e al silenzio assordante degli assessori regionali che hanno partecipato alla conferenza stato regione senza informare i portatori di interesse, adesso ci ritroviamo sul nostro territorio di tutto, dagli orsi mai visti in certi luoghi a memoria d’uomo, sciacalli dorati, istrici dannosi per le colture ortive, linci, caprioli, cervi e infine lupi che non assomigliano a quelli appenninici. Avevano ventilato i gestori delle aree protette che avrebbero indotto il lupo per contrastare il fenomeno cinghiali e adesso i contadini oltre al danno alle colture hanno pure il danno alle aziende zootecniche. Ma non finisce qui! Avevamo già sollevato in passato possibili aggressioni da parte dei grandi carnivori e rinnovato in occasione della tragedia avvenuta in Trentino, ma come sempre le istituzioni locali sono molte attente a finanziare le associazioni animaliste da salotto ma non ai possibili pericoli legati alla fauna selvatica fuori controllo. Ci dispiace immensamente per la bambina di Vasto (CH), per le due persone che si sono viste attaccare da questi pseudo lupi, che se un cacciatore gli spara gli ritirano il porto di fucile, come è successo a Cepagatti (PE). Ieri sera un branco di lupi ha preso d’assalto un’abitazione isolata nel pescarese cercando di sfondare la rete per attaccare i cani all’interno della recinzione.

Tutto questo grazie anche alla percentuale delle aree protette che sono arrivate alle porte delle città e dei i piccoli centri montani che sono dentro, alla ingiustificata protezione animalista da salotto è ora che la politica abruzzese e nazionale si svegli, che la smetta di finanziare inutili progetti dannosi all’agricoltura e associazioni ambientaliste. I contadini devono avere la possibilità di abbattere gli animali dannosi, anche se ritenuti protetti, quando si avvicinano ai centri abitati e nelle aziende. La gestione delle aree protette si sono rivelate fallimentari per l’ambiente, ma fruttuoso come postifici per persone che non hanno voglia di lavorare i campi. Basta sconti di buonismo!" 

Ofena,1023/05/23

Il coordinatore

Dino Rossi



Condividi

    



Commenta L'Articolo