SIRENA BIFIDA RITRATTA SUL PORTONE D’INGRESSO DELLA CATTEDRALE DI TERAMO

SIRENA BIFIDA RITRATTA SUL PORTONE D’INGRESSO DELLA CATTEDRALE DI TERAMO

 

- Di Camillo Berardi -

 

Nelle marine d’Abruzzo non sono molti i simboli che richiamano i miti antichi delle Sirene che continuano ad affascinare e ad essere sempre presenti nell’immaginario collettivo. Anche nei territori abruzzesi interni, collinari e montani, capita di imbattersi, a volte, in raffigurazioni di queste creature divine che sono diffuse in tutte le culture del mondo, con l’aspetto ibrido umano-ferino e funzioni simboliche continuamente diversi e mutevoli.

La parte superiore della facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie, edificata nel 1561nei pressi di Collarmele (L’Aquila), è rivestita con migliaia di formelle maiolicate policrome, molte delle quali raffigurano Sirene bicaudate, con la posizione impudica delle pinne rivolte verso l’alto e tenute strette dalle loro stesse mani.  

La Sirena a due code figura anche negli stemmi araldici della nobile famiglia Colonna, come emblema di potenza navale.

Al di fuori dell’Abruzzo, in Italia e in Europa, le Sirene bicaudate sono assai numerose e sono raffigurate anche in moltissime Chiese e Cattedrali. Nei luoghi di culto religioso, secondo alcuni, queste creature mitologiche rappresentano un monito a non cadere nel peccato del piacere della carne, secondo altri sono legate al culto arcaico della Madre Terra, simbolo della fertilità e della fecondità femminile ripreso anche dalla civiltà etrusca che nelle raffigurazioni delle mitiche dive con le due code divaricate, metteva in evidenza la parte più intima della femminilità, generatrice di vita. Le seducenti creature etrusche, con posture che potevano apparire volgari e lascive, in realtà, immergevano in un’atmosfera misteriosa sublime, carica di elevazione mistica. Le dive pinnate dell’antica Etruria, raffigurate sulle tombe, accompagnavano le anime dei morti agli Inferi e realizzavano una connessione tra Cielo e Terra.

Nell’Abruzzo interno alcune raffigurazioni di Sirene, poco note, sono visibili in edifici civili e religiosi.

Qualche giorno fa, mentre ammiravo la stupenda Cattedrale di Santa Maria Assunta di Teramo, ho notato che nel portone ligneo dell’ingresso principale, è scolpita una Sirena bifida alata con le code divaricate e rivolte verso l’alto, che con una mano sorregge uno specchio e con l’altra un pettine: lo specchio che duplica l’immagine, invertendola, allude alla doppiezza umana e ferina delle dive pinnate, ammalianti e ingannatrici, il pettine, invece, è utilizzato per acconciare la lunga chioma fluente, strumento di seduzione e sensualità. La Sirena bifida “teramana” è dotata anche di ali e richiama la figuratività delle dive alate della civiltà etrusca.

La presenza delle Sirene nelle Chiese e nelle Cattedrali, potrebbe essere derivata dalla sovrapposizione dell’era cristiana a quella pagana, sopravvissuta e condivisa con essa per molti secoli.

Pur nel mistero delle origini, delle metamorfosi, delle ambiguità, dei poteri simbolici e dei messaggi contrastanti che trasmettono - arcani occulti che devono essere ancora svelati - il mito e il fascino delle Sirene continuano a vivere saldamente nell’immaginario collettivo, emozionando e ammaliando.

Il video allegato sottotitolato, con il componimento ”Notte Abruzzese”-“Li Cante de Sirene” scritto da Lucio Cancellieri e musicato da Camillo Berardi, mostra un ampio repertorio di Sirene alate, Sirene pisciformi e Sirene bifide presenti nelle diverse culture del mondo.  

 



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