Versione originale cameristica del canto aquilano “Ma che è ‘stu scontentu”

Versione originale cameristica del canto aquilano “Ma che è ‘stu scontentu”

 
Versi di Maria Luisa Frasca 

Musica di Camillo Berardi.

 

Il canto ha vinto il 1°premio assoluto nella 13^ edizione del Concorso VERNAPRILE per la canzone abruzzese.   

 

 

La Società Operaia di Mutuo Soccorso (SMS) “Fratellanza Artigiana” di Teramo, fondata nel 1861 e della quale il Primo Presidente Onorario fu Giuseppe Garibaldi, da diverso tempo organizza annualmente il “VERNAPRILE”, un Concorso di poesie e canzoni dialettali abruzzesi inedite.

Il canto aquilano “Ma che è ‘stu scontentu” scritto da Maria Luisa Frasca e musicato da Camillo Berardi, ha vinto il 1° Premio assoluto per la Canzone Dialettale Abruzzese alla 13^ edizione del “Vernaprile” ed è stato premiato con la seguente motivazione: “L’opera è valida, originale con il rispetto degli antichi stilemi e si presenta come un lavoro molto raffinato nel quale la tradizione è giocata con classe”.

La giuria che ha attribuito il premio, presieduta dal Presidente Prof. Giuseppe Profeta, era così composta: Prof. Marcello De Giovanni, Prof. Giammario Sgattoni, Prof. Mario Santucci, Prof. Ennio Vetuschi, Prof. Cosimo Savastano, Prof. Quirino Iannetti, Prof. Walter Cavuti, Prof. Samuele Di Giulio, Prof. Vincenzo Cimini.

In occasione della Cerimonia di Premiazione, è stato chiesto al musicista Camillo Berardi di presentare al pubblico e alle autorità presenti il canto vincitore e il M° Berardi, fuori programma (giacché il Concorso prevedeva esclusivamente la presentazione dello spartito musicale) e arricchendo il prestigio della manifestazione, ha corrisposto alla richiesta del Comitato Organizzatore, offrendo la prima esecuzione assoluta del brano in versione cameristica, affidandola alle voci del soprano Adele Ciavola e del contralto Valentina Bruno, accompagnate alla tastiera dallo stesso Berardi. E’ stata la prima volta che una canzone aquilana si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento.

“Questo canto aquilano esprime la struggente malinconia di chi - sentendosi dotato di una grande apertura d’ali - non ha trovato spazio nel piccolo mondo soffocante in cui la sorte lo ha costretto a vivere. Non gli resta che evadere nel sogno” (Maria Luisa Frasca).




 

Ma che è ‘stu scontentu

 

Versi di Maria Luisa Frasca

Musica di Camillo Berardi

  

Ma che è tuttu questu scontentu ?

Pecché sbatto contr’a ‘nu muru ?

Ju tempu s’ha fattu cchiù lentu

ju celu s’ha fattu cchiù scuru.

 

‘Na vote me credea

che se potea spazia’.

Ju munnu me ss’è fattu troppo strittu,

ji’ quasci non ci pozzo rispira’.

 

Me pare ch’è come ‘na fame

me pare ch’è come ‘na sete.

Ma a mmi’ no’ me sazia lo pane.

Che pena le pene segrete…

 

‘Na vote me credea

che se potea spazia’.

Ju munnu me ss’è fattu troppo strittu,

ji’ quasci non ci pozzo rispira’.

 

Redengo la vita a ju sognu

mo’ che la speranza è finita.

Ccusci’ no’ me pare ch’ è pocu

lo pocu che me dà la vita.

 

E pure se mme pare

che non se po’ spazia’,

ju munnu me llo faccio meno strittu,

forse ccusci’ ce rrescio a rispira’.

 

 

 

Ecco il link per ascoltare il canto “Ma che è ‘stu scontentu” in versione cameristica

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo