Associazione Amici della Transumanza: la Transumanza nasce nelle nostre montagne non in riva al mare

“Apprendiamo da organi di informazione che Domenica 16 Luglio a Pescara nella location di Piazza Salotto, a 50 metri dal mare, in occasione del festival della Transumanza si svolgerà “il festival “TRA – La Transumanza che Unisce”, appuntamento della rassegna che celebra l’antica arte pastorale con il convegno su “La transumanza, cultura, tradizioni, opportunità”, musica e spettacoli.”

Lo afferma il vice Presidente dell’Associazione Amici della Transumanza, Angelo Sarra.

“Qualche cosina in merito a questo evento va detto – aggiunge Sarra – . La Transumanza, quella del nostro Abruzzo partiva dal comprensorio aquilano, specialmente dal Piazzale della Basilica di Collemaggio eretta da Celestino V. Le greggi provenivano dalle vallate di Roio, di Lucoli, di Scoppito, di Barete e dell’Alta Valle Aterno e di Campotosto, si ritrovavano sotto la basilica di Collemaggio il 29 Settembre: venti persone per duemila pecore. Le pecore erano milioni con un esercito di pastori che accompagnavano le greggi. Da questo posto partiva la carovana, che percorrendo 244 chilometri, era il più importante tra i tratturi italiani, arrivava a Foggia percorrendo il Tratturo Magno o tratturo del Re. Era l’economia dell’entroterra abruzzese, tra lana , formaggi e carne. Un movimento di greggi e di persone che rappresenta la cultura pastorale del’ Abruzzo montano, con un aspetto fortemente religioso con la presenza di diverse chiese, dette “chiese tratturali” momento di raccoglimento dei pastori dove sostavano per rifocillare il fisico e lo spirito.
Dalla Zampogna all’organetto ai pastori a braccio alla cucina, pagine di cultura agro-silvo-pastorale.

Addirittura si dice che Celestino V fu influenzato a costruire la Basilica su quella collina per l’enorme passaggio di pecore e uomini che transitavano nelle vicinanze già prima della sua venuta.”

“Una riflessione va fatta – aggiunge Sarra – , i pastori transumanti del comprensorio, prima di partire per questo lungo viaggio, preparavano la famosa Miciscia, carne essiccata che mangiavano durante il percorso e non certo lische di pesce essiccate.”

“I territori vanno rispettati non si può stravolgere la storia se i Mille sono partiti da Quarto non possiamo farli partire dalle Alpi. E’ un patrimonio culturale che va difeso, non per campanilismo, ma per il rispetto al nostro passato, costruito dai nostri nonni, nonni delle montagne abruzzesi e non vorremmo che scomparisse al porto canale di Pescara.” – conclude Sarra.



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