Eccidio di Filetto - Un altro passo di riconciliazione con la città di chi ha ordinato il massacro

Il 28 luglio si è svolta la conferenza stampa indetta dal Centro Sociale Il Moro e dall'Associaziobe Felecta, in collegamento video c'era anche il Sindaco Di. Pöcking Sig. Rainer Schnitzler, la storica che ha ricostruito la vicenda Deflegger Sig.ra Marita Krauss e l'addetta stampa del Comune di Poking e interprete Sig.ra Sandra Sedlemaier.

«Ritengo che sia necessario esaminare criticamente il comportamento di Mattias Defregger durante la guerra e anche nel periodo successivo e fare i conti con esso. In ogni caso sono grato che il suo Comune abbia cercato un contatto con Filetto di Camarda e che stia tentando, insieme ai residenti, di capire cosa sia effettivamente accaduto». Così l'arcivescovo di Monaco e Frisinga, cardinale Reinhard Marx, si rivolgeva il 7 giugno ai cittadini di Filetto quando una delegazione di Pöcking, con in testa il sindaco Rainer Schnitzler, era presente sui luoghi dell'eccidio. La mano della riconciliazione si è riallungata anche nel 79.mo anniversario e, poi, contraccambiata il 7 luglio scorso dai filettesi, in occasione di una festa civica del comune tedesco. Pace fatta, dunque, ma in realtà chi non è stato perdonato è Mattias Defregger, all'epoca dei fatti comandante della divisione Boelsen che perse due soldati tedeschi nella frazione. È lui che dette l'ordine del massacro. L'ufficiale, poi, intraprese la carriera ecclesiastica e fu vescovo ausiliario di Monaco. Non si è mai pentito ed è questo che gli rimproverano gli abruzzesi. È ciò che è emerso il 28 luglio, nel centro ricreativo del paese "Il Moro" quando, in collegamento con il sindaco bavarese, la storica Marita Krauss e l'interprete Sandra Sedlmaier hanno ripercorso le tappe che hanno portato a questa "riappacificazione" e fatto il punto sul recente viaggio degli aquilani.
Saranno stati mille arrosticini portati con le apposite canalette e cotti lì durante i loro festeggiamenti in strada, il pecorino o i salumi del Gran Sasso, fatto sta che il primo cittadino ha esordito: «Quando ci rivediamo? Al più tardi per l'80.mo anniversario sarò lì da voi davanti alla lapide a commemorare i caduti». Ieri, in collegamento, non c'era il cardinale Marx, ma venti giorni fa ha ricevuto la delegazione di Filetto disapprovando, di nuovo l'operato del suo predecessore. È stato, invece, il sindaco Rainer Schnitzler a provar ad interpretare il silenzio di Mattias Defregger: «Nel 1968 quando lui venne nominato vescovo ausiliare il giudizio sulla guerra in Germania era diverso. E poi c'è da dire che la Chiesa, in un certo senso, lo ha stoppato: è sempre rimasto fermo al titolo di ausiliare e non fu promosso a Roma come le sue qualità dimostrate con l'abito talare avrebbero suggerito. Frequenti erano i casi di intitolazioni di vie a autori di stragi naziste, come fu per l'ausiliare (una via dedicata a Defregger nel 2020 aveva riaperto il caso)».

Due contrapposte testimonianze dalla storica Marita Krauss. Di una parente novantenne ha riferito che Mattias, in incognito, una volta è ritornato nel cimitero di Filetto e poi quella di una nobile famiglia amica dell'ecclesiastico secondo cui il fatto di non esser mai riandato nella frazione aquilana è più grave della prima colpa commessa in guerra. Una mancanza di coraggio che una volta l'ecclesiastico giustificò con la frase: «I circoli ufficiali non avrebbero capito».
Federica Farda



Condividi

    



Commenta L'Articolo