La prima esplorazione di Grotta a Male fu compiuta da Francesco De Marchi il 20 agosto 1573

La prima esplorazione della Grotta a Male fu compiuta da Francesco De Marchi il 20 agosto 1573.

 


Sul versante del Gran Sasso noto con il nome di “Malecoste”, a circa 3 Km dal paese di Assergi e a 1200 metri d’altitudine, si apre la “Grotta a Male”, famosa caverna frequentata dall’uomo fin dalla preistoria è una tra le più interessanti dell’Abruzzo. Questa cavità, servita da rifugio alle antichissime popolazioni sub appenniniche, come attestano i numerosi resti umani ed i frammenti di vasellame rinvenuti, era conosciuta sin dal Medioevo dalla gente del posto.
Il primo a descriverla in forma di “cronaca” fu l’ingegnere militare bolognese Francesco De Marchi, cavaliere al servizio della duchessa Margherita d’Austria, a quel tempo governatrice dell’Aquila, che trovò il modo di inserire nel celebre trattato “Della architettura militare” un capitoletto relativo ad una sua avventurosa discesa nella grotta. Scriveva il De Marchi che nell’anno del Signore 1573, trovandosi in Assergi, volle visitare la Grotta di cui aveva sentito parlare.  Affermava poi di aver visto due laghi e, a ricordo della sua impresa “…A’ questi laghi io scrissi il mio nome e gli feci una gran Croce in la pietra con un Piccone”.

La Grotta a Male, conosciuta in passato come Grotta Amare, è una cavità situata nella Valle del Vasto, vicino ad Assergi in provincia dell’Aquila. Si sviluppa per circa 500 metri, ad una profondità massima di 84 metri ed è la grotta più estesa del massiccio del Gran Sasso. Il suo nome deriva dall’essere situata sulla parte estrema della cima delle Malecoste, ma potrebbe essere stato in origine anche “amare”, voce dialettale del termine “amaro”, quasi a sottolineare la difficoltà nell’accedervi. All’interno della grotta, oltre l’ingresso, si sviluppa uno stanzone, chiamato Sala del Tronco, da cui partono diversi cunicoli. Uno di questi, disostruito nel 1962 a opera del Gruppo Speleologico Aquilano, dopo un tortuoso percorso, permette di accedere nell’ambiente più grande dell’intera grotta, la Sala dei Colossi, la cui lunghezza supera i 55 metri. Discendendo questa sala lungo la parete inferiore sinistra, si arriva sull’orlo di un pozzo che, con un salto di 15 metri, permette l’accesso ad un’altra sala da cui partono il Ramo delle Pannocchie e quello dei Laghi, dove è presente anche una sorgente attiva. Percorrendo invece la Sala dei Colossi lungo la parete inferiore destra, si accede nella Sala della Croce, dove De Marchi incise una croce. Da qui, si prosegue per arrivare nella Sala De Marchi da cui è facilmente visibile il lago omonimo.
Questa grotta fu usata dall’uomo sin dall’epoca preistorica con tracce di presenza dal neolitico all’età del Bronzo. Ed è stata anche utilizzata come luogo di culto e per le cerimonie sacre per le divinità rupestri.

VI PROPONIAMO UN VIDEO REALIZZATO IN OCCASIONE DI UNA VISITA ORGANIZZATA DAL CRAL DEI LABORATORI DEL GRAN SASSO

Per visitare la grotta è necessario l’ accompagnamento da parte di speleologi esperti. Si raggiunge da Assergi seguendo una strada sterrata che inizia in prossimità del casello autostradale dell’A24. Per informazioni Gruppo Grotte e Forre “Francesco De Marchi” (GGFAQ)

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo