Il 9 settembre 1349 uno dei terremoti più importanti e complessi della storia sismica italiana

AQUILA:  ANNO 1349    HORRIBILIS ANNUS
Anno con la più alta concentrazione di terremoti disastrosi nella storia italiana e soprattutto locale unita alla pandemia di peste nera

 

Il 9 settembre 1349 c'è stato uno dei terremoti più importanti e complessi della storia sismica italiana: una serie di forti scosse diverse i cui effetti cumulativi interessarono una vastissima area dell’Appennino centro-meridionale. I danni più gravi e le vittime si ebbero in 4 aree distinte, parzialmente sovrapposte: una al confine tra l’Aquilano e la valle del Salto (alto Reatino), un’altra tra il Sannio, la zona di Isernia, Cassino e il Sorano; una terza nell’Abruzzo meridionale tra Sulmona, Scanno e Pescocostanzo; infine, una quarta a cavallo tra il Viterbese e l’Umbria. Le scosse causarono distruzioni estese alle città dell’Aquila, Isernia, Viterbo, Sulmona. Tra i centri importanti colpiti da danni più o meno gravi figurano anche Perugia, Orvieto, Spoleto, Tuscania, Ascoli Piceno, Sora, Aversa, Napoli e Roma; per la capitale, in particolare, questo terremoto si delinea come uno degli eventi più forti della sua storia sismica, con danni diffusi e crolli anche a molti monumenti, torri e chiese.Le vittime furono numerose, anche se non se ne conosce il numero esatto: probabilmente in totale oltre 2.500. Anche l’area di risentimento non è ben definita, anche se deve essere stata vasta. Verso nord sono attestati risentimenti fino a Bologna, Modena e Piacenza, mentre sappiamo poco o nulla sull’estensione verso sud dell’area in cui le scosse furono sensibili alle persone.

 



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