TRA I PERCORSI PIU' SUGGESTIVI: "JU CIARASCIU"

JU CIARASCIU 
 
 
 
 

Tra i percorsi più suggestivi - sebbene non molto rinomati - localizzati tra le gole del ben noto scenario situato alle pendici del Gran Sasso, ce n'è uno particolarmente singolare e variegato.

Esso - contornato da torrenti, bosco e pini - viene identificato con un nome tipicamente aquilano, ovvero "Ju Ciarasciu".
A fare da cornice a questo caratteristico itinerario è il rinomato Santuario della Madonna d'Appari, edificato nel XIII secolo e la cui bellezza è stata minata sia dalle due bombe inesplose durante la Seconda Guerra Mondiale, sia dal violento sisma del 2009 a cui però si è sopperito con un solerte restauro. 
Dichiarato monumento nazionale nel 1902, il Santuario è alla base del percorso che, salendo, si immette nella fitta pineta. 
Tale itinerario, protetto da staccionate, regala molteplici sguardi ed affacci nelle gole con i suoi primi 185 metri di dislivello. 
Potremmo definirlo un percorso misto, datoché conduce ad una più ampia carrareccia percorribile anche in mountain bike e agilmente riconducibile alla strada sterrata che porta a Camarda. 
Mentre la parte pianeggiante alle pendici di Colle Paganica è costeggiata dal torrente e da piccole cascatelle, la parte alta - corredata quasi totalmente da una staccionata in legno - regala i già citati affacci e aree di sosta con barbecue in pietra al servizio degli escursionisti.
Qui trova collocazione un'insegna di legno, dove compaiono tre parole che mai furono più appropriate, ovvero "OASI DI PACE".
Tornando alla descrizione dell'itinerario, una volta giunti ad un bivio costeggiato da uno steccato di legno, si può deviare per un agile ed ampio sentiero che scende per il Bivacco Lauri (struttura in pietra ormai fatiscente e seriamente danneggiata e per la quale sarebbe auspicabile un completo restauro), oppure risalire per il pozzo Lionzio che conduce ad una diramazione di sentieri per Colle Paganica. 
Ed è proprio dalla cima di questo colle che possiamo scorgere in tutta la sua maestosità il Corno Grande ed il Pizzo Cefalone.
Un omino di pietra con la sua inconfondibile scritta rossa domina la vetta del colle, sulla sterrata che porta verso altri itinerari rincongiungendosi alla strada di Filetto ed al sentiero che conduce alla sua spettacolare Cascata dello Schizzataro, e all'Abbazia di San Crisante e Daria.
 
Michele Oriunno

 



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