La montagna non è più luogo che unisce ma divide

 

- di Filippo Crudele -
 
 
 
 
Come nella vita, troppo spesso chi ti offende e tradisce è chi dice di amarti. Ho visto e letto un post di chi si vanta montanaro che evidenzia la caduta della croce su Monte Aquila del Gran Sasso con riferimento come tanti commenti sibillini del fastidio che possa dare una croce... Post e commenti vergognosi che dimostrano soltanto pochezza e miseria umana. Monte Aquila fu battezzata il 28 agosto 1926 e fu celebrata Messa Santa, ma aldilà di questo, dichiararsi soddisfatti che la natura "ha più buon senso dell'uomo", grida vergogna. Monte Aquila è molto cara agli aquilani ed io le ho dedicato la poesia che allego. Non sono bigotto, detesto soltanto gli IDIOTI, che fanno di tutto per dimostrarlo con i fatti quanto lo sono. E dunque, confermo quanto l'amico alpinista Tony Caporale di recente mi ha detto: "Filippo, la montagna non è più luogo che unisce ma divide". Mi dispiace ammetterlo, ma è proprio così, ma la "mia montagna è un'altra cosa". Con questo post mi farò qualche nemico che prima mi era amico, ma non importa, a molti resterò più simpatico, anche se sono col cuore affranto e porto una croce sulle spalle...
Monte Aquila
Fu una vera atrocità!
Un’aquila in gabbia,
all’ingresso della mia Città!
Il proprio emblema,
ingabbiato e umiliato,
era un’offesa alla libertà!
Quel magnifico rapace,
un tempo anche imperiale,
finalmente liberato,
maestoso tornò a volare
nel suo regno naturale.
Sulla “Salita delle Aquile”,
restò vuota la sua prigione,
finché una notte
ci trovò la morte
un vecchio barbone.
Solo allora fu demolito quel disonore!
Sul Gran Sasso c’era una vetta,
non aveva ancora un nome,
Messa Santa vi fu celebrata,
Monte Aquila fu battezzata,
mentre lei in alto, orgogliosa roteava…
come se sapesse di essere,
la festeggiata.



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