Camminata narrante settembrina, per conoscere le bellezze del territorio che ci circonda

Camminata narrante settembrina!
 
- di Raffaele Alloggia -
 
 
Conoscere le bellezze del territorio che ci circonda, è determinante per rendersi conto di quanto siamo fortunati vivere a pochi passi da un luogo ameno, ricco di vegetazione, fauna , d’ acqua e di storia! L’opportunità è stata promossa, dal “Circolo Laudato Si’” di Paganica-L’Aquila, ispirato al Santo di Assisi, in collaborazione con altre Parrocchie del circondario, che ha visto la partecipazione di una cinquantina di persone, verso la metà di settembre scorso nella Valle D’Appari alle pendici del Gran Sasso.
La partenza nel pomeriggio dal ponte del mulino diretti verso gli Stefaneji, la dove al bordo della pineta si lasciano le ultime case per immergersi subito nell’antico sentiero in direzione “Ju Ciarasciu”, sotto l’ombra di alti pini neri. Dopo un falsopiano, il sentiero inizia a disegnare uno zigo zago con al lato di monte a sostegno, un muretto di pietre a secco, mentre al lato opposto a protezione una palizzata in legno collocata alcuni anni fa dall’ Amministrazione degli Usi Civici di Paganica.
Dopo un breve tratto di sentiero umido incontriamo sul bordo, tra le radici di un pino, un piccolo rigagnolo d’acqua fresca che ancora sgorga grazie alle abbondanti piogge primaverili, siamo ormai sui 800 s.l.m. di quota.
Si prosegue verso il bivacco di “Fonte Lauri” a 838 s.l.m. di quota, una sorgente questa che da tempo immemorabile e per secoli, ha alimentato l’unica fonte del paese e dal sec. XV fino agli anni 60 del secolo scorso, la monumentale Fontevecchia!
Dopo la fatica degli ultimi tornanti si prosegue in località Acqua Santa, dove protetti da una palizzata si può osservare un belvedere mozzafiato, di una delle più belle valli d’Abruzzo: la “Valle D’Appari”, in fondo alla quale scorre come un serpentone il torrente Raiale in parallelo con la S.S. 17 bis che porta al Gran Sasso d’Italia.
In fondo il Santuario della Madonna D’Appari abbarbicato tra le rocce, sembra gli sbarri la strada, proprio là dove quel ramo del lago pleistocenico della conca aquilana, le cui rocce tennero più alte le sue acque e solo nel 1879 fu realizzato il traforo per collegare Paganica ai paesi di Camarda e Assergi per poi proseguire verso Campo Imperatore.
In fondo alla valle, come il delta di un fiume, lo sguardo si estende alla pianura bagnata dal fiume Vera dove risplende il verde dei prati e il colore giallastro delle stoppie del grano.
Prima di riprendere il cammino, sulla destra del tracciato dell’acquedotto della “Ferriera”, migliaia di pietre di natura calcarea lamellari custodiscono al loro interno fossili di molluschi, conchiglie ed altro, che con un po’ di pazienza e fortuna si possono trovare! ( il livello massimo raggiunto dal lago Pleistocenico nell’ aquilano è stato di 850 metri dal livello del mare.)
Dopo pochi passi, uno sperone di roccia granitico, ai meno giovani ricorda il punto in cui nel film “La Roccia Incantata” diretto da Giulio Morelli nel 1949, fu immortalato un capriolo, punto più alto d’osservazione e controllo del territorio sottostante. Dopo il ripopolamento di questi animali effettuato negli anni scorsi, nello stesso luogo ci sono stati recenti avvistamenti.
Il sentiero inizia la sua discesa scoscesa, fino ad incrociarsi con quello che viene dalla Valle del Vasto e prosegue costeggiando il Raiale. Arrivati allo slargo davanti all’ antico Tempio, il “Comitato pro Santuario” ci apre le porte per una breve visita a quella che per noi è la piccola “Cappella Sistina”, sulla parete sinistra una grande tela della Madonna del Rosario, dipinta da Pompeo Mausonio nel 1596, in cui viene rappresentato anche un Papa con l’abito talare e la tiara adagiata ai suoi piedi, che le guide turistiche che accompagnano i visitatori nel Santuario della Madonna D’Appari, individuano in lui Papa Celestino V dal punto di vista iconografico, nel momento in cui rinunciò al papato.
Il sole comincia il suo tramonto alla montagna di Roio, dopo una merenda al volo e una bevuta d’acqua fresca alla fontanella sita nello slargo d’ingresso al Santuario, attraversiamo il ponte di legno che lo collega al “Sentiero Mariano”, pensato nel 2004 dagli Usi Civici e realizzato successivamente dall’ Amministrazione Provinciale, con fondi P.I.T. (Piano di Indirizzo Territoriale).
Il torrente rumoreggiando ci accompagna per tutto il sentiero, che con i suoi 700 metri di lunghezza, collega il Santuario all’ abitato di Paganica, riportandoci al punto di partenza, di fronte al vecchio mulino appartenuto nel passato ai Marchesi Dragonetti, divenuto un mucchio di macerie dopo il terremoto del 6 aprile 2009.
Ci lasciamo con un arrivederci dandoci appuntamento a sabato 23 settembre all’ Aquila, in prossimità della sbarra di San Giuliano per una nuova passeggiata a "Madonna Fore", un altro luogo del cuore degli Aquilani!

 



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