Tra via Margutta e la

TRA VIA MARGUTTA E LA "DOLCE VITA"

Note su Novella Parigini

- di Fernando Acitelli -

 

Le foto dei dipinti qui riproposti sono della pittrice Novella Parigini (1921-1993). Si dice che ella nacque da una relazione di Gabriele D’Annunzio con una certa Emilia, nobildonna di Siena. Fu il Poeta a suggerire, in una lettera alla madre, il nome da porre alla bimba e, visto che si trattava d’una nascita, dunque d’una Buona Novella, il Vate non poteva che proporre quel nome: Novella. Con i “sentito dire” però non s’avanza d’un millimetro verso la verità. Riportiamo due lettere di D’annunzio alla madre di Novella Parigini, Emilia, ma, leggendole, non si solleva mai una sola parola, una scheggia emotiva sulla eventuale paternità. Queste lettere sono comunque dei documenti importanti che è bene porre in luce ed esse sono qui anche per ricordare l’amicizia e la vicinanza del Vate verso la nobildonna di Siena.

1° lettera

Mia cara Emilia, mi raggiunge l’annunzio fausto mentre avevo una tavola dell’Angelico regalatami da un frate in odore di santità. Osservo un pargolo che ruzza sull’erba novella più verde della malachite. Quale nome migliore, appunto, di Novella alla tua pargoletta? Nella vita ella sia, dunque, Novella: come l’annuncio evangelico e come l’erba del prato di frate Giovanni da Fiesole assopito, come tu sai, in Santa Maria Sopra Minerva. Ti mando un talismano infallibile composto da un mago siculo or è tant’anni per una Dama della Conca d’Oro. È il solo ricordo rimastomi di tanta sofferta delizia. Interrogherò gli astri con perizia maggiore di Claudio Tolomeo per conoscere le predestinazioni di Novella.

Rosam cape, spinan cave. Sono in estrema solitudine. A Novella e a te ogni mio pensiero”.

Gabriele D’Annunzio

2° lettera.

Mia cara Emilia, il mio messaggero di letizia Antonio Maspèri ti reca una culla della mia terra d’Abruzzi scolpita dai pastori della Maiella per la fantolina Novella.  Eccoti, anche, il talismano delle sette virtù cesellato da Brozzi nel quale rivive lo spirito di Benvenuto. Nascondilo nel corsaletto di Novella al fonte battesimale perché il divino e non divino si fondano. Sollevo a sortilegio il velo della culla dove dorme la predestinata. T’abbraccio

Gabriel

***

Novella Parigini è stata nel bel mezzo degli anni ’50 e ’60, dunque bene immersa nello spirito e nelle azioni di quell’intensa stagione de “La dolce vita”: instancabile animatrice di quegli anni, tra arte e jet set, mondanità, aristocratici ed intellettuali. Negli anni ’80 la vedevo spesso incamminarsi lungo le traiettorie artistiche di via Margutta, via del Babuino e Piazza del Popolo. Alcune volte la incontrai anche nella chiesa di Santa Maria in Montesanto, a Piazza del Popolo, conosciuta come la Chiesa degli Artisti. Entrando in quel luogo sacro, lei se ne stava sulla sinistra rispetto all’Altare Maggiore, accanto ai suoi dipinti, che sembrava vegliare.

 



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