FOTOGRAMMI DAL PASSATO - INAUGURAZIONE DEL RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI

FOTOGRAMMI DAL PASSATO - INAUGURAZIONE DEL RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI
 
 
 
 
La cronaca dell’epoca ci racconta che il 28 giugno 1908 sul Gran Sasso d’Italia è stato inaugurato, dalla Sezione del C.A.I. di Roma, un nuovo Rifugio che, con il consenso di S.A.R. il Principe Luigi Amedeo di Savoia, è stato intitolato al Duca degli Abruzzi. Prima di allora, per circa vent’anni, nella zona a circa 2.200 mt. nella cosiddetta Conca D’Oro a ridosso del Corno Grande c’era un solo ricovero. Esso però, appena sufficiente per le escursioni estive, era assolutamente inadatto per quelle invernali, poiché nelle stagioni fredde rimaneva completamente sepolto nella neve ed inoltre per accedervi era necessario affrontare il Passo della Portella, valico battuto spesso da terribili tormente a circa 2.400 mt.
Il nuovo Rifugio invece, pensato per rendere più facile l’ascensione alla maggiore vetta dell’Appennino, ha una posizione tale che i venti, battendo da ogni lato, spazzano via la neve, sgombrando l’area dove sorge. Questa ubicazione richiese però un accurato studio sulla robustezza della sua costruzione. In più si può raggiungerlo e tornare senza alcuna difficoltà, anche in cattive condizioni di tempo, evitando il Passo della Portella. L'ampio panorama, che di lassù si gode, si estende dalle varie vette del Gruppo del Gran Sasso al vicino Gruppo del Prena, su Campo Imperatore, sulla Majella, sui Gruppi del Sirente e del Velino, col bellissimo altipiano di Rocca di Mezzo, sulla valle dell'Aterno con Aquila.
“Alla cerimonia dell'inaugurazione intervennero una trentina di soci, tutti della Sezione di Roma. Partiti da Roma il giorno 27 in ferrovia, si riunirono tutti alla stazione di Paganica, donde in vettura, alle 6:00 del 28, proseguirono per Assergi (m. 847), ultimo paese della vallata alle falde del Gruppo del Gran Sasso: quivi giunti alle 7:30, furono festosamente accolti dalla popolazione e dalle autorità. Alle 8:30 la comitiva si incamminò per il sentiero che a zig-zag si inerpica pel ripido vallone Portella, sostando alquanto alle 10,50 alla fonte di Portella (m. 1870). Alle 11:35 lasciavano a sinistra il vecchio sentiero del Passo di Portella e alle 12:15 giungevano al nuovo rifugio, dove si era precedentemente recata la Commissione organizzatrice e con essa S.A.SS. il Principe Carlo di Hohenzollern, cugino dell'Imperatore di Germania. Immediatamente ebbe luogo la inaugurazione. Il socio rev. Monsignor Lupi benedisse la bandiera e il Rifugio. L'onorevole Brunialti, Vice-Presidente, pronunciò un elevato discorso, dichiarando inaugurato il nuovo rifugio in nome di S. M. il Re, mentre la signora Maria Abbate rompeva la tradizionale bottiglia di « champagne » e il tricolore veniva solennemente innalzato, salutato da 21 colpi di mortaio. “il salve con le artiglierie, sparando un determinato numero – sempre dispari, e al massimo 21 – di colpi a salve si esegue in onore di autorità”
Seguì il pranzo, durante il quale il Rifugio ebbe il battesimo dell'uragano e della folgore. Alle 17:00, il tenente del Genio sig. Pedata, della Colombaia Militare di Roma, venuto espressamente, dopo genialissime parole effettuò una lanciata di piccioni viaggiatori recanti a Roma telegrammi a S. M. il Re, a S. M. la Regina Madre e a S.A.R. il Duca degli Abruzzi, telegramma quest'ultimo inoltrato a bordo della Regia Nave « Regina Elena » a mezzo della radiotelegrafia.
Reduci da escursioni effettuate nei dintorni, i gitanti riunitosi la sera nuovamente al Rifugio, ove nel frattempo era stato un continuo arrivo di autorità e di comitive dai vicini paesi, e quivi, dopo lauta cena, assistettero a fuochi d'artificio e alla illuminazione a luce di bengala del Rifugio e delle adiacenze. Alle ore 22:00 riposavano nel nuovo Rifugio oltre 40 persone, mentre il rifugio vecchio rigurgitava di comitive, che dovettero adattarsi anche all'aperto.
Alle ore 12:00 del giorno seguente tutti i gitanti intervenuti all'inaugurazione del rifugio erano riuniti a un sontuoso pranzo di chiusura ad Assergi, al quale prese parte anche il senatore Malvano, Presidente della Sezione. Felicissimi i discorsi del dottor Giulio Giacobbe, sindaco di Camarda, di cui Assergi è frazione, e del notaio Tommaso Giacobbe, ai quali rispose ringraziando il presidente Malvano. Alle 14:00 fra i saluti entusiastici di quella popolazione, la comitiva lasciò l'ospitale paese, in carrozza, alla volta di Paganica, dove veniva cortesemente ricevuta dalla famiglia del marchese Alfonso Dragonetti, che offrì ai gitanti un rinfresco nella sua artistica Villa. Alla stazione di Paganica si riprese il treno, che portò tutti a Roma dopo la mezzanotte.”
(Rivista mensile del CAI, 1908)
Archivio: Pasquale Iannetti

 



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