PASTORE ABRUZZESE..."MEJE CHE VE NA’ JITE CHE V’ACCJIE A TUTI QUANTE"

di Sante Acitelli

Mi piace correre, ho i miei percorsi; a Roma nel parco vicino casa, in Abruzzo nel fondo valle di Assergi.

Cominciamo dal parco!

Ci sono tre gruppi che lo frequentano: i genitori con i bambini in bici, quelli come me che corrono ed i cani con i loro padroni; ogni tanto nascono liti e polemiche perchè gli "amici a quattro zampe" rompono le "pelotas", saltando o abbaiando, vicino alle bici o vicino a quelli che corrono; il municipio ha costruito un recinto in modo da risolvere questo problema e adesso, nel recinto, i proprietari dei cani si sono organizzati con tanto di sdraie, ombrelloni, porta giochi (sic) per i cani, biberon per farli bere ecc..

I cani tutti contenti così che possono giocare tra loro, rincorrersi, manca solo che si organizzano in una partitella a calcetto…. aho’? sembrano proprio amici!

 

Continuo col fondovalle di Assergi!

Stavo correndo come al solito, c’era un gregge che pascolava, è arrivato un branco di cani randagi, in quattro avevano una ventina di razze incrociate tanto erano bastardi …. ops…. meticci; dal gregge si stacca un grande cane bianco, un pastore abruzzese; con molta flemma, altezzoso e dignitoso, non abbaia neanche una volta, si ferma a poche decine di metri e si accuccia fissandoli; sul suo sguardo si leggeva:

"MEJE CHE VE NA’ JITE CHE V’ACCJIE A TUTI QUANTE"; appena un minuto e i "meticci"erano scomparsi
 



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