Usi Civici di Assergi contrari alla trasformazione del Sic in Zps sul Gran Sasso

Il via libera alla trasformazione del Sic, insistente su tutta la zona del Gran Sasso, in Zps – Zone Speciali di Conservazione è stato dato dalla giunta regionale senza il coinvolgimento delle popolazioni locali" - lo scrive in una nota diffusa alla stampa, l’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Assergi:

 

"Di recente si è appreso dagli organi di stampa della delibera di giunta regionale, adottata a fine anno 2023, con la quale si dà il via libera alla trasformazione del Sic, insistente su tutta la zona del Gran Sasso, in Zps – Zone Speciali di Conservazione; tale scelta, senza aver risposto alle istanze della scrivente amministrazione, volte alla riperimetrazione del citato Sic in virtù del fatto che moltissime zone contenute all’interno di tali confini sono chiaramente ed evidentemente antropizzate, non può essere condivisa.

Come avvenuto già per i Sic le popolazioni locali non sono state per nulla interessate né coinvolte in una scelta del genere che, all’evidenza, impone dei limiti assai severi per ogni attività di natura zootecnica agricola e turistica che si voglia iniziare all’interno di tale zona. La trasformazione in questione, presentata come una vittoria ed un inizio, rappresenta invece il blocco totale.

Le Zone Speciali di Conservazione, come noto, sono state pensate e create per il mantenimento ed il ripristino degli habitat naturali in zone non antropizzate o assai scarsamente antropizzate; l’uso civico che rappresenta il diritto dei cittadini delle varie frazioni presenti nel territorio interessato, sia del versante aquilano che del versante teramano, sono in questo modo condannate all’estinzione in quanto, le regole imposte dalle zone di tal fatta, sono tali da impedire qualsiasi possibile sviluppo, sia dal punto di vista agricolo-zootecnico che turistico, e condurranno le zone montane ad un ulteriore spopolamento.

L’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Assergi, ma anche di altre località, cercherà in ogni sede, anche giurisdizionale, di difendere gli interessi della collettività che, si ripete, mai è stata coinvolta in tale scelte come invece è di obbligo fare in queste situazioni. A nostro avviso la scelta adottata dalla Giunta Regionale è stata miope e certamente non volta alla tutela delle popolazioni montane".



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