IL NON INVERNO 2023-2024

IL NON INVERNO 2023-2024

- meteoaquilano.it -

 

 


E' sotto gli occhi di tutti, l'andamento decisamente sopra le righe dell'attuale stagione fredda, che di freddo in realtà ha ben poco. Infatti se non fosse per le inversioni termiche e le gelate notturne durante le fasi anticicloniche, non avremmo veramente nulla a cui appigliarci per sentirci effettivamente in inverno. Le medie mensili di dicembre e gennaio, analizzate sui rilevamenti delle nostre stazioni meteo, ci indicano anomali dell'ordine dei 3/4 gradi e ad aggravare il quadro vi è il fatto che tali scarti arrivano dopo una estate ed un autunno decisamente caldi con scarti positivi del tutto simili. La neve poi, elemento caratterizzante per antonomasia dell'inverno, è diventata merce rarissima sotto i mille metri, e negli ultimi anni sta faticando sempre di più anche a quote maggiori. Basti pensare che la città dell'Aquila che aveva una media stagionale storica vicina se non superiore al metro, è scesa negli ultimi dieci anni a meno della metà, ed in questa stagione non ha ancora sperimentato nessun accumulo al suolo. Una situazione addirittura più deficitaria del famoso "non inverno" 89-90, dove nonostante i tre mesi di alta pressione, comunque si ebbero un paio di fugaci comparse della dama bianca fin verso i 600 metri. E' vero, manca più di un mese alla fine dell'inverno meteorologico, e quasi due alla fine di quello astronomico, ed è nella speranza di tutti noi che in questo lasso di tempo possano crearsi situazioni favorevoli. Purtroppo però, la tendenza per i prossimi 10-15 giorni non vede sbocchi, e se ci esprimiamo a così lunga gittata, è proprio perché, un anticiclone di blocco come quello che si vede nei modelli matematici, è molto facilmente predicibile. Con enorme fatica e con un lavoro encomiabile, le stazioni sciistiche Aquilane sono riuscite in questi giorni ad aprire gli impianti di risalita, seppur con poche piste a disposizione, e questo la dice lunga sulla penuria di precipitazioni e di freddo. La foto allegata ci esemplifica quanto detto a parole; si tratta di un composito di tre scatti sullo stesso massiccio, forse il meno famoso per il nostro territorio, ma visibile facilmente da tutti: il Monte Ocre con i suoi 2204 metri di altitudine in tre periodi ben differenti. La prima immagine ci mostra un innevamento quasi del tutto assente, addirittura inferiore a quello che sarebbe lecito aspettarsi alla fine di maggio, come facile intuire dalla seconda immagine relativa al 2011; la foto più in basso scattata ad inizio febbraio 2009, invece mostra una condizione pressoché normale, connotata non tanto dalla neve fresca appena caduta, ma dalla rotondità degli accumuli, sinonimo di spessori rilevanti, come lecito attendersi dopo due terzi di inverno. La valutazione generale, suffragata dai dati e dalle rilevazioni puntuali,  è che annate come questa, si possano ripetere con sempre maggiore frequenza; la nevosità generale è in costante diminuzione, e tali situazioni che una volta erano considerate anomale, possano ripresentarsi sempre più spesso, diventando la "nuova normalità". Ciò non toglie che potranno capitare delle annate nevose (come la stagione 2020-2021) che probabilmente diventeranno la famosa eccezione che conferma la regola. D'altronde, gli studi scientifici relativi al riscaldamento globale, sono abbastanza chiari, ed i vari scenari si stanno man mano materializzando. Voler negare o anche semplicemente sminuire il riscaldamento globale in atto, è facoltà di tutti in un paese libero, ma sarebbe anche ora che, quando si portano avanti certe tesi, lo si faccia suffragandole con dati oggettivi. Come sempre, siamo pronti ad accogliere le opinioni di tutti, purché le stesse vengano accompagnate da elementi concreti e non da "ricordi", ma soprattutto da educazione e moderazione.
www.meteoaquilano.it



Condividi

    



Commenta L'Articolo