Bruno Vespa: "L’Aquila è pronta per essere capitale della cultura 2026"

Gioacchino Volpe, Panfilo Gentile e Stefano Vespa tre giornalisti aquilani, definiti dal senatore Gaetano Quagliarello <i figli migliori della città>, rivivranno nel premio letterario che porterà il nome dello storico e politico italiano nato a Paganica il 16 febbraio del 1876 e che fu, insieme a Luigi Einaudi e Giovanni Gentile tra i firmatari del manifesto del Gruppo nazionale Liberale romano. La prima edizione del premio è stata presentata a Roma nella sede del ministero della Cultura e si articolerà in tre sezioni.
La prima, quella da cui prende il nome, riguarda la storia e va a individuare un’opera letteraria già edita e che, preferibilmente, esamini un tema storico successivo al 1789. La seconda, di saggistica politica, onora Panfilo Gentile individuando il vincitore tra gli iscritti all’Ordine dei giornalisti che si siano cimentati in un’inchiesta politica. La terza ricorda Stefano Vespa, morto prematuramente due anni fa, premierà con una borsa di studio un giovane under 30 anni che abbia svolto un reportage o tesi di laurea sulla sicurezza interna e internazionale. I lavori devono pervenire entro fine maggio all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. I vincitori delle prime due sezioni riceveranno 10 mila euro, mentre il valore della borsa di studio sarà raddoppiato con pari importo messo a disposizione dalla fondazione Stefano Vespa appositamente istituita dalla famiglia.
Un premio che sarà viatico per la candidatura del capoluogo abruzzese a Capooluogo italiano della cultura 2026. Lo ha detto il presidente della fondazione Magna Carta Gaetano Quagliarello in giuria insieme all’editorialista de Il Corriere della Sera Antonio Polito e al vicepresidente di Mediaset Gianni Letta ieri assente alla conferenza stampa per sopraggiunti impegni a Milano.
<L’Aquila è pronta per essere capitale della cultura 2026 e, dopo anni difficili, ce lo meritiamo: nel 2019 non eravamo pronti, ora è un debito morale>. È quanto anticipato da Bruno Vespa prima di un commosso ricordo del fratello, più giovane di tredici anni. <Stefano avrebbe sicuramente preso male il premio perché era riservatissimo. Era l’uomo del passo indietro, forse per la mia sovraesposizione. In compenso però era molto più preciso di me e io già passo per uno pignolo. Lui non si sbilanciava mai in analisi politiche, neanche con me: era equilibratissimo. Parlavamo invece, di sicurezza internazionale, tema in cui era molto esperto ed ecco perché questa connotazione al premio>. Quasi a ribadire ciò che in precedenza aveva raccontato il sindaco Pierluigi Biondi che ha introdotto la conferenza stampa raccontando del suo rapporto con Stefano Vespa. <Lo avevo proposto nel consiglio di amministrazione del Tsa, lui declinò adducendo che non si sentiva all’altezza. E quando obiettai che erano altri a ricoprire ruoli inadeguati mi rispose che gli interessava solo il confronto con se stesso e non con terzi. Questo è un modo per recuperare quel suo mancato apporto nel panorama culturale cittadino>. Un particolare non noto al fratello maggiore ma che non lo ha sorpreso <perché Stefano era l’uomo dell’ombra>.



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