Rimpatriata dei “POSTINI “dè na’ ote” - di Giovanni Altobelli

Rimpatriata dei  “POSTINI “dè na’ ote”

 

- di Giovanni Altobelli -

 

Una grande rimpatriata dei “Postini” de’ na’ote”.  Un gruppo di postini in pensione, hanno organizzato il 21 marzo 2024 una conviviale, presso un ristorante aquilano, con la partecipazione di circa 60 “Postini dè na’ ote” provenienti dall’Aquila, Castelvecchio Subequo, Celano, Avezzano  e la Valle Roveto,  si sono rincontrati vecchi colleghi, amici di lavoro che hanno trascorso insieme tanti anni della loro vita, fra scherzi, vecchi ricordi del passato, affrontando le lunghe invernate fredde a recapitare la posta nella città dell’Aquila.

                                 BREVE STORIA DEI POSTINI DAL PASSATO AD OGGI.

Rifacendo brevemente la storia dei postini dal passato che parte da oltre 6.000 anni fa, quando l’uomo aveva bisogno di scambiare le loro informazioni. Le notizie venivano recapitate con cavalli con le varie staffette, notizie scritte su tavolette, pergamene con plichi vari, sigilli in ceralacca di notizie importanti. Questo servizio si diffuse all’inizio nell’antica Cina, poi nel Medio Oriente e Antica Roma dove venne anche perfezionato. Nel corso della storia nei vari secoli, il servizio postale è stato sempre incrementato e migliorato. Ma veniamo alla storia della posta nell’800/900, quando dopo l’Unita d’Italia nel 1861, nacquero le poste italiane, gli uffici furono istituiti nel maggio 1862 proprio nel Regno d’Italia. Già nel periodo Post – Unitario i postini d’Italia ebbero un grande ruolo nella vita sociale del nostro paese. Giovani postini vennero assunti per il recapito della posta, alcuni giovani provvisori vennero denominati: “accollatari” cioè coloro che si accollano un incarico di lavoro di recapito. Nel 900 il recapito della posta ha fatto grandi passi in avanti, ma soprattutto, finita la guerra, con l’avvento della Repubblica, la posta è migliorata in tutta la penisola. Dopo gli anni 60 un esercito di giovani Centro-Meridionali, vennero assunti alle poste del nord-Italia. I postini del passato, recapitavano la posta con gli sci, con i muli, gli asini, poi con le biciclette e i motorini. Oggi la posta nel terzo millennio si è automatizzata, tutto è diventato tecnologico.

STORIA DI UNO DI NOI.  

Anch’io appena compiuti i 18 anni, l’anno 1963 partii con la valigia di cartone alla volta di Milano. In quel periodo storico guadagnavo 40mila lire al mese di stipendio, spendevo 400 lire per mangiare alle mense, pagavo 20 lire un caffè, ogni due mesi venivo licenziato per un giorno e riassunto, questo per due anni.  Per un anno ho fatto il dattilografo presso l’economato poste, poi venni trasferito con altri compagni al ”Gruppo Manutenzione Immobili”  caricavamo il carbone ad un 615  Fiat per riscaldare d’inverno gli uffici postali della provincia milanese per 4 mesi, poi venni trasferito al Centro Farini Pacchi San Siro. Nell’aprile 1965 venni trasferito negli Uffici postali di Bologna, in Stazione Bologna Centrale, lavoravo come “trabalzista e scambista postale”.  Nel novembre 1965 fui chiamato alle armi in aeronautica, trascorsi 15 mesi e tornai in servizio a Bologna nel febbraio 1967, rimanendo in questa bella città fino all’anno 1971, quando fui trasferito a L’Aquila come fattorino postale per 3 anni, poi passai per 4 anni con la grande famiglia dei postini, rimanendo fino al 1977, quando poi vinsi il concorso da impiegato interno al Centro Smistamento delle Poste Centrali in Piazza Duomo, dove sono restato per 18 anni, poi sono stato trasferito al CPO Centi Colella come ripartitore con tutti i colleghi e vecchi compagni postini. Sono andato in pensione il 27 marzo 1999, salutando con un rinfresco tutta la categoria dei postini. Oggi mentre ci godiamo la pensione della nostra vita, ci siamo rincontrati con questa conviviale rimpatria dei “Postini “dè na’ ote”. Auguro a tutti Buona Pensione. Ringrazio vivamente gli organizzatori di questo grande evento della famiglia dei postini, un ringraziamento va alla Grande Mamma Posta che ci ha permesso di lavorare e vivere dignitosamente.

Alla prossima ragazzi.

Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli.

 



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