Via al Cialente-bis, critiche e applausi

Fotogrammi dal Cialente-bis. Benedetti presidente alla terza votazione. E che fatica. Minoranza spaccata in due. De Matteis che si prende il ruolo di leader dei perdenti («Ma scordatevi un’opposizione come quella dei 5 anni passati»). Un Properzi defilato, così come tutto il Pdl (cioè lui e Guido Quintino Liris), sfoglia un libro di cartoline dell’Aquila che fu. Vicepresidenza all’avvocato Tinari che oggi, qui, fa il pm contro Cialente e punta il dito verso «quell’accordo vergognoso con Fli». Ancora veleni. La lista L’Aquila Oggi (apparentata con Cialente, sì, insieme all’Idv, va bene, che ha pure un assessore in giunta, ok, come Lelio De Santis) che si mette quasi all’opposizione (traduzione di appoggio esterno) sentendo i buoni consigli telefonici del convitato di pietra, quell’Angelo Mancini candidato sindaco sconfitto, apparentato eppur buttato fuori dal consiglio e ora ricorrente al Tar. Sorrisi a denti stretti e primi mugugni in vista della battaglia delle commissioni, dove Cialente dovrebbe far entrare, nelle quattro presidenze disponibili, qualcosa come sei tra partiti e movimenti. Buongiorno, L’Aquila.
 PRIMO CONSIGLIO. Servirebbero potenti telescopi, allora, per scorgere, tra i banchi dell’Emiciclo prestati alla causa, segnali di cambiamento (se si eccettuano i nuovissimi Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini) nell’assise che al terzo tentativo batte le mani a Carlo Benedetti. Proprio mentre l’avvocato conta punto a punto. E i conti non tornano. «Colageo, il microfono», è il segnale della tensione. In abbrivio di seduta viene ricordato il medico Angelo Onorato, già amministratore e candidato Udc, morto a 54 anni. Poi l’opposizione fa capire subito che non è aria. De Matteis manda avanti i suoi, lui parlerà solo alle due meno cinque. Prima di una stretta di mano cavalleresca a Cialente. Fino ad allora, De Matteis si segnalerà per aver regalato una cravatta allo sprovvisto Daniele Ferella che ringrazia e gira il dono al compagno di banco Raffaele Daniele «tanto tu te la metti di più, ché fai l’avvocato». Antonello Bernardi lancia Benedetti. L’ammiccamento cade nel vuoto. Dall’altra parte del campo la prima barricata (altro che governo di salute pubblica e unità per la ricostruzione) è di Emanuele Imprudente del Mpa. «Non solo non votiamo Benedetti, uomo di parte, ma non votiamo per niente». Come inizio non c’è male. Prima chiama: Benedetti 20, Vittorini 2, bianche 2. In nove non votano, il quorum di 22 non è raggiunto. Seconda chiama: Benedetti 21, Di Cesare 2, Ianni 1, Cortelli 1, bianche 8. Niente da fare. Alla terza votazione, ora bastano 17 voti, Benedetti può alzare il pollice all’indirizzo del sindaco e «ok, è fatta». L’esito: Benedetti 23, Ianni 7, Vittorini 2, bianche una. Per lui una fascia neroverde. I suoi vice sono Ermanno Giorgi (Api), con 17 voti, e Roberto Tinari (Mpa), con 12 voti, che nell’intemerata anti-Cialente infila pure un ringraziamento «a quei 5 della maggioranza che mi hanno votato». Il sindaco pronuncia il giuramento solenne.
 SCRUTATORI. La chiamano Commissione elettorale. Ma, per capirsi, sono quelli che seguono le liste degli scrutatori. Senza gettone. Anche per questo si vota. Ed ecco il risultato: Vito Colonna (Mpa) 8 voti, Sergio Ianni (Pd) 10, Giuseppe Ludovici (Api) 9. «Un augurio a tutti per il lavoro che ci aspetta», dice il sindaco Cialente presentando la giunta e prima di incontrare i cittadini, nel pomeriggio in piazza Duomo, con tutti gli assessori, per stilare insieme il programma di mandato. «L’esecutivo è stato scelto con criteri di continuità, adeguata rappresentanza alle liste e funzionalità e organizzazione a determinati comparti. Affiderò altri incarichi a singoli consiglieri. Meno caciara e più fatti». Poi fa il baciamano all’ambasciatrice di Haiti in visita in città.
 PRONTO, ANGELO? Il debuttante Fabio Cortelli più volte esce a telefonare. Tra gli interlocutori anche il preside Mancini, che lo ammette senza problemi: «Chiede ogni tanto dei consigli, ma ha la sua testa. Strano, piuttosto, che nessuno, lì, abbia parlato del casino dei verbali elettorali».
 COMMISSIONI. La strada del Cialente-bis è in salita. Così Giampaolo Arduini (Cattolici democratici): «Serve una riorganizzazione del Comune. Bisogna smontare l’attuale assetto con un turn-over dei dirigenti per evitare croste di burocrazia e dare speditezza ai processi per la città. Mi auguro che la nomina dei presidenti di commissione vada in questa direzione e si tenga conto del senso delle istituzioni mostrato dai consiglieri senza infilarsi in colli di bottiglia che rischiano di frenare la ricostruzione. Spero che si tenga conto dei sacrifici che i gruppi hanno già fatto».
 IL GETTONE. Votati due ordini del giorno. Oltre a quello di solidarietà per i tre imputati a Roma, su proposta del sindaco, l’assemblea decide di devolvere il gettone agli sfollati emiliani «disponendo che i neoeletti assessori e il presidente del consiglio comunale facciano altrettanto, stornando l’importo dall’indennità di carica». Almeno questo.


(da Il Centro)


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