Storia delle montagne e non solo

 

Ad Atlantide, il programma televisivo di approfondimento culturale, in onda su La7, Mario Tozzi ci guida attraverso il parco del Gran Sasso in Abruzzo per spiegarci come si formano le grandi catene montuose. Le forze che da milioni di anni governano la terra, le montagne con le loro vallate, canyon e le storie di uomini, legati ad un archivio di pietra che fa parte del nostro patrimonio paesaggistico. Dagli Appennini alle Alpi. Posti belli e selvaggi, vette che torreggiano fiere e rappresentano il confine naturale o  attraversano tutta la penisola da nord a sud.

La genesi alpina è stata scoperta da un artista vissuto nel Rinascimento, Leonardo Da Vinci, il cui interesse per il paesaggio alpino è evidente e ben noto. La curiosità dell’artista/scienziato tesa alla conoscenza dell’ignoto lo porta allo studio della Alpi in un’epoca dove tutti sono convinti che la terra sia piatta. A più di 2000 metri di altezza trova dei fossili che vivono nel mare, la Chiesa decreta che tali reperti siano stati gettati sulle montagne durante il diluvio universale. Ma Leonardo, non crede a questa affermazione e continua le sue ricerche. Lavorando sui fossili, conduce un’inchiesta straordinaria per l’epoca e ipotizza che un altra forza, non divina, li abbia portati sulle Alpi, arrivando alla conclusione che, il  fondale marino estinto, si conserva sotto forma di fossile imprigionato dalla roccia. Leonardo non si limitò a dipingere la natura volle affrontare i grandi quesiti della Terra per capire quale forza straordinaria l’avesse mutata e capovolta.

Una forza immensa che ha spinto i coralli e gli altri organismi marini  in alto, un sovrascorrimento del mondo, questo è il fenomeno geologico, che ha dato origine alle Alpi. Un processo colossale dovuto alle  gigantesche placche terrestri che spostandosi, collidono con i continenti che si separano. È dunque la forza al’interna della Terra che ha creato le catene montuose, delle Alpi e degli Appennini, che modellano il nostro paesaggio, ed è proprio su queste bellissime e aspre vette che si è combattuto un pezzo della nostra storia. Sul Gran Sasso  si sviluppò il blitz per portar via Benito Mussolini. Una fortezza geologica con scarpate ripidissime, un rifugio ideale per tenere nascosto un prigioniero molto importante. Un piano audacissimo, affidato alle acrobazie di alcuni piloti della Luftwaffe e alla fulminea azione di un commando di paracadutisti. Un’operazione temeraria dell’esercito tedesco,  l’azione delle forze speciali più famosa della storia:la liberazione di Benito Mussolini dalla sua prigione di Campo Imperatore, nel settembre del 1943. Un blitz che durò un ‘ora. L’operazione Quercia, consentì la perfetta liberazione del prigioniero, che avvenne incredibilmente senza che venisse sparato un solo colpo.

Mussolini venne caricato sull’aereo che disponeva di una pista di decollo corta, che scattò in avanti verso il burrone. Scomparve per qualche momento nell’abisso, ma poi lo si poté vedere da lontano mentre si alzava verso il cielo. Nella partenza, compiuta sull’altipiano roccioso, si incrinò un carrello e l’atterraggio ne risultò più arduo da compiere, ma non impossibile per l’esperto pilota, che riuscì a portare il Duce, dritto a Monaco, dove incontrò Hitler.  Preludio emblematico di tragici eventi successivi, la nascita della Repubblica di Salò e l’occupazione nazista del nostro paese, l’Operazione Quercia conserva tutt’ora molti aspetti misteriosi e continua ad affascinare i ricercatori come un enigma irrisolto che spaccò in due l’Italia.

Le nostre montagne sono dunque un patrimonio naturale così straordinariamente ricco di paesaggi, di ambienti. Ma, non sono soltanto la flora e la fauna, comunque abbondanti, come pure le rocce, i minerali, i fossili, le strutture tettoniche, le forme superficiali e profonde della Terra, a fornire elementi inconsueti, vari e diffusi di valore ambientale. Questo grande patrimonio naturalistico ha anche un valore storico e fa parte della memoria del nostro vissuto.   Geografia e storia si intrecciano nel pomeriggio televiso afoso avendo come protagonista il posto più elevato e di  grande suggestione scenica della nostra penisola.


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