Casette fai-da-te denunciati dai vigili venti proprietari

Venti casette fai-da-te costruite lungo l’Aterno o altri corsi d’acqua dovranno essere abbattute. È quanto chiesto dalla polizia municipale dell’Aquila, che ha emesso una serie di ordinanze di demolizione, tutte impugnate, nei confronti di 20 casette realizzate nel post-sisma in aree a rischio idro-geologico medio-alto. I vigili urbani hanno intrapreso alcuni mesi fa un’operazione capillare di controllo sul territorio in collaborazione con la procura dell’Aquila battendo, palmo a palmo le aree a rischio esondazione, dove nel post-sisma sono sorte decine di casette provvisorie «in muratura e in legno», precisa il comandante dei vigili urbani, Eugenio Vendrame. «Abbiamo cominciato i nostri controlli dalla zona vicino all’Aterno, a partire da via Tancredi da Pentima fino alla Mausonia e a Pettino», spiega il comandante. «Dopo il terremoto c’è stato un proliferare di casette provvisorie, mentre la situazione prima del sisma era, nel territorio aquilano, abbastanza sotto controllo. E quasi tutte quelle sulle quali abbiamo chiesto la demolizione sono casette provvisorie», aggiunge. In seguito ai rilievi aerofotogrammetrici effettuati dal Comune dell’Aquila nei mesi scorsi, sarebbero almeno 500 le casette abusive sparse sul territorio: di queste 150 sono state costruite in zone a rischio. I terreni che ricadono in zone ad alto rischio esondazione», spiega Vendrame, «sono stati già controllati tutti». La polizia municipale ha spostato, ora, la sua attenzione sulle cosiddette zone “P3”: a rischio esondazione lievemente inferiore. I controlli sono stati eseguiti in collaborazione con la procura e sulle 20 casette abusive sono state emesse «altrettante ordinanze di demolizione», aggiunge il comandante. «Le costruzioni insistono in aree gravate da vincolo d’inedificabilità». Le denunce sono al vaglio della magistratura. Terminati i controlli sulle zone ad alto rischio esondazione, la polizia municipale è passata alla fase successiva dell’operazione. I controlli sono ripresi a partire dalla frazione di Monticchio, per le aree dove il divieto è meno stringente rispetto alle altre zone.
 



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