Fra le macerie trovati 7.000 euro a San Gregorio

 Il centro storico di San Gregorio oggi è un insieme di macerie, un grande buco bianco di pietre e polvere dal quale non si riconoscono più la piazza, la fontana, le case, le strade. È da lì dentro che, ieri mattina, è spuntato fuori un piccolo tesoro conservato in un barattolo – l’inconfondibile barattolo rosso e dorato del Caffè Lavazza – ammaccato ma integro, con dentro 7.100 euro in contanti. È ciò che rimane dei risparmi delle sorelle Maria e Rachele Cocciolone, pensionate e contadine di 72 e 76 anni, che pazientemente hanno aspettato oltre tre anni dal giorno in cui il sisma distrusse la loro abitazione, nell’aprile del 2009, per recuperarli. A metà di quel maledetto mese, mentre le due donne erano ricoverate all’ospedale per lesioni serie agli arti, gli uomini della Forestale ritrovarono un tesoro ben più corposo fra la sorpresa di tutti i paesani: mezzo milione di euro, in contanti e buoni postali, conservati fra i barattoli della marmellata sulle mensole della cucina. Contente e riservate, Maria e Rachele ieri hanno aspettato sul posto che gli operai della ditta Palmerini & co dell’Aquila, incaricata della demolizione dei palazzi ormai semi-distrutti e dello smaltimento delle macerie, recuperassero il prezioso barattolo. Così si sono «appostate» in piazza, di fronte alle ruspe, dove un tempo c’era l’ingresso della loro casa: un grosso portone che dava nell’abitazione definita dalle due sorelle «la casa nuova», perché da poco risistemata, rispetto all’altra più vecchia sempre di proprietà delle due donne. E questa volta non ci sono volute ore ed ore di scavi per riportare alla luce il barattolo, perché le sorelle Cocciolone si sono premurate di indicare agli operai dove cercare: «Cercate lì, nella cucina», hanno detto Maria e Rachele indicando un punto nella casa, mentre quelli piano piano gettavano giù pareti. Puntuale è saltato fuori il barattolo della Lavazza con i contanti, tutti in banconote, che era stato ben riposto in un’antica madia utilizzata per fare il pane, ormai completamente ricoperta di macerie. A ritrovare i risparmi è stato Stefano Palmerini, 36 anni, operatore dei mezzi meccanici, nipote del titolare della ditta, Silvano. L’imprenditore ha così, chiamato i carabinieri della stazione di Paganica per la consegna del barattolo alle legittime proprietarie. Ora anche l’ultimo risparmio è salvo. Le sorelle Cocciolone sono tornate alla loro vita quotidiana nel Map di San Gregorio, dalla collina che domina la Valle dell’Aterno, dove hanno dovuto abituarsi a nuovi ritmi dopo la distruzione della casa in centro paese. Maria e Rachele coltivavano un orto a un chilometro circa di distanza d al paese, verso la frazione di Paganica, dove andavano tutti i giorni a piedi. Tutti a San Gregorio conoscono le sorelle Cocciolone per la dedizione al lavoro nei campi e soprattutto, per l’abitudine a risparmiare. In molti le ricordano lavare le verdure appena colte - e trasportate con una carriola dall’orto al paese - nella fontana in piazza, ora scomparsa sotto un cumulo di macerie. La notte del terremoto le due pensionate, che non sono sposate e vivono da sempre insieme, furono salvate dai soccorritori: la casa in cui dormivano rischiava di crollare da un momento all’altro. Restarono per settimane all’ospedale San Salvatore, più «fortunate», per modo di dire, rispetto ai dieci compaesani portati via dal terremoto.

 



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