Consiglio Comunale

Il sindaco Massimo Cialente, visti i lunghi tempi tecnici per dare il via ai lavori nelle case B e C ha lanciato ieri, in consiglio comunale, una proposta: «Niente 30 giorni di attesa per il silenzio assenso ai progetti, io e il mio dirigente ci prendiamo la responsabilità per l’erogazione del primo 25% della somma prevista». Ma ieri in consiglio si è parlato anche di altro: macerie, commercio, e coinvolgimento dell’opposizione nella guida della città terremotata. Poi, però, tutti a casa per la mancanza del numero legale.
Il sindaco ha ribadito come sia un problema reale il fatto che stanno andando molto a rilento i lavori di ristrutturazione della case B e C per via dei passaggi burocratici che sono al momento ineludibili. «Sto cercando di fare in modo», ha detto il primo cittadino dell’Aquila, «per cui una volta che la domanda inoltrata superi la valutazione tecnico/formale possa essere erogata una parte del contributo in modo tale da far partire subito il cantiere. Se le cose saranno fatte in maniera più o meno corretta tutto filerà liscio». Salvo, ovviamente, controlli successivi. «Per le case B e C» ha motivato Massimo Cialente «sono preccupatissimo e vedo che c’è una grande difficoltà a partire». Il sindaco, infine, ha convocato una riunione per domani di tutti «gli attori principali della ricostruzione nella speranza che si parta una volta per tutte». In quella sede si parlerà anche dell’uso delle casette mobili per ospitare coloro con case B e C che più di altri dovranno attendere per avere la casa. «Le tendopoli e le permanenze degli alberghi», ha detto il sindaco, «sono troppo costosi».
Ha anche inviato l’ennesimo invito alle opposizioni ad avviare una gestione congiunta nell’affrontare i problemi della ricostruzione. Di fatto c’è il via libera a una entrata in giunta di altre componenti politiche anche perchè finora la maggioranza non è stata certo molto compatta. Ieri, del resto, il consiglio comunale che doveva riprendere nel pomeriggio è stata sciolto per mancanza del numero legale con assenze di consiglieri di entrambi gli schieramenti. Va anche detto, però, che in tempi non sospetti molti consiglieri sfollati che risiedono fuori città avevano annunciato problemi a presenziare ai lavori dopo una certa ora. Tutti a casa, dunque.
E’ stato molto acceso il dibattito sulla delibera (poi revocata) di affidamento dello smaltimento delle macerie alla ditta «T&P», impresa che ha poi anche ammesso di non avere i requisiti. Il consigliere Enzo Lombardi, presidente della commissione vigilanza che ha ritenuto l’affidamente dell’appalto nullo, ha ribadito le sue accuse, sostenendo la palese illegittimità della delibera e precisando che da parte della giunta erano stati dati indirizzi che spettavano ai dirigenti. «In tal modo» ha aggiunto l’ex senatore, «il Comune ha perso un servizio che gli competeva e che di fatto è passato alla Protezione civile». Lombardi, e non è la prima volta, è stato anche molto duro con alcuni dirigenti comunali, poco presenti, a suo dire, in questo momento di emergenza. L’assessore Alfredo Moroni, di contro, ha parlato di un atto corretto e legittimo e venuto fuori dopo ripetuti consulti con prefettura e protezione civile nell’ambito di una situazione di emergenza unica.



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