LE VIE FERRATE DEL GRAN SASSO E I GRACCHI ALPINI - QUANDO L'AMORE PER LA MONTAGNA DIVENTA POESIA

Nei giorni scorsi, il nostro sito ha riportato l’intervento di Felice Flati, appassionato di montagna e socio del Cai, sulla necessità di ripristinare le vie ferrate e i servizi sul Gran Sasso, oggi riportiamo il pensiero dell’amico Filippo Crudele:

"Ritengo una VERGOGNA, che in occasione del rifacimento di tutte le ferrate, non sia stata ripristinata anche la Brizio, molto più malandata di tutte le altre, con la motivazione,
udite, udite: 
"per non dare fastidio alla cova dei cracchi alpini". Una cosa ridicola, perchè allora si  sarebbe dovuto smontare anche quella esistente, praticata solo da alpinisti, ma che a volte si avventurano anche altri, non del tutto esperti, ed è stata una fortuna, se ad oggi, non sia capitato nessun incidente.... E poi, veder per terra la corda d'acciaio nuova con tutte le staffe idonee per una nuova ferrata, ti fa incavolare ancora di più! Per chi vuole andare al Corno Piccolo dal versante aquilano diventa una "Via Crucis" allucinante! Non so a chi compete questo compito, ma lo ribadisco:
"è una VERGOGNA". Se del Gran Sasso se ne vuole fare un modello di "Mountain Wildernes", che nessuno parlasse più che può e deve diventare "un pilastro" del turismo. Resti pure il "Deserto dei Tartari", visto che ormai siamo anche "terremotati"....!


Garantisco a tutti, che anche i CRACCHI sarebbero felici di vedere ripristinata questa ferrata e voler sentire poeti e cantanti come fanno sulle Alpi.
Non conosco il periodo della cova dei cracchi, ma sicuramente sarà all'inizio della primavera e tale ferrata, in quel periodo, nessuno la percorre...perchè ancora innevata e pericolosa.
Filippo Crudele

MA CHI E’ FILIPPO CRUDELE?

Me presento: (Filippo Crudele)
So' 'n'aquilanu de Marana,
co' lo sangue de 'na Slava.
Non so' sofisticatu e complicatu.
Amo L'Aquila, ju Gran Sassu
e 'do' so' natu.
Poeta e scrittore della Montagna,
che scrie e "parla come magna".

Sono nativo di Marana,
mia madre, una Slava.
Non sono sofisticato e complicato.
Amo L'Aquila, il Gran Sasso
e dove sono nato.
Poeta e scrittore di Montagna,
che scrive e "parla come mangia".

Per motivi di studio, la mia famiglia si trasferisce da Marana di Montereale (AQ) a L'Aquila nel 1967. Mia madre Giuseppina era conosciuta come "La Montenegrina", perchè Slava del Montenegro. Il primo Borgo che ho abitato per 7 anni, (S. Domenico-S. Pietro) dopo il Terremoto è interamente distrutto. Dopo tanti anni di Gran Sasso, nell'ottobre 2000, scrivo la prima poesia: "Il mio zaino". Già socio C.A.I., finisco per conoscere e iscrivermi al G.I.S.M. (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna). Il terremoto mi ha fatto vivere emozioni forti e qunque ho finito per scrivere anche di lui..."Pozz'èsse accisu" = possa essere ucciso!

 



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