Piantagione di marijuana tra le montagne a Pozza di Preturo

 Alcune piante di marijuana alte circa 2 metri e del peso complessivo di oltre 15 chilogrammi, ben curate e quasi mature al punto giusto per la raccolta delle infiorescenze (forse da condividere, una volta essiccate, tra “amici”), circondate da un recinto di massi per evitare la dispersione dell’acqua di irrigazione: è questo lo scenario che si è presentato ai finanzieri della Compagnia dell’Aquila durante una perlustrazione del territorio nella frazione di Pozza di Preturo. La piantagione, scoperta dai finanzieri, era molto ben nascosta tra la folta vegetazione della zona (tanto che, per maggiore precauzione, i fusti non erano stati piantati a livello del terreno ma all’interno di profonde buche), impervia e difficoltosa da raggiungere, ma ciò non ha impedito al fiuto delle unità cinofile a disposizione per il contrasto al traffico di stupefacenti, Zaron e Phasis, di condurre i militari all’insolita coltivazione. Considerato il grado di maturazione delle piante e la pioggia prevista per i prossimi giorni – fattori che, verosimilmente, avrebbero reso superflua l’irrogazione artificiale ed ostacolato gli appostamenti – i finanzieri hanno provveduto a sradicare e sequestrare gli arbusti di cannabis; ma ciò non dovrebbe impedire di giungere all’identificazione del “pollice verde”. Le operazioni di controllo del territorio che hanno permesso il sequestro completano l’ordinaria attività di contrasto al traffico ed allo spaccio di stupefacenti, condotta quotidianamente dal Corpo presso i luoghi di maggiore incidenza del fenomeno; un’attività di monitoraggio che, alla luce della conformazione del territorio aquilano (contornato da piccoli rilievi montuosi ricchi di vegetazione che, come nel caso specifico, ben si prestano anche ad accogliere, a riparo da occhi indiscreti, coltivazioni illegali), assume particolare incisività se solo si considera la tendenza ad impiantare le colture di cannabis su terreni demaniali (una sorta di “nuova frontiera” della produzione di marijuana e hashish per limitare al massimo il rischio di denuncia, estremamente più elevato per le piantagioni “domestiche”), per lo più raggiungibili solo a piedi o utilizzando mezzi leggeri appositamente progettati per il movimento su terreni accidentati (moto da cross e quad), il che ne rende estremamente difficile l’individuazione ma, anche, come in questo caso, ancor di più apprezzabile la scoperta. Naturalmente non è finita qui. Nel senso che gli investigatori stanno operando per dare un nome a chi si è preso la briga di coltivare questa piantagione. Anche se non si tratta di indagini particolarmente agevoli. La scoperta di questa piantagione, per quanto clamorosa, non è una novità. Infatti in tempi relativamente recenti sono state fatte scoperte analoghe non solo nel territorio comunale del capoluogo ma anche in diversi paesi del comprensorio. E in qualche caso, in effetti, i responsabili di queste coltivazioni non sono stati ancora individuati.

 



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