Uccide i genitori per i soldi negati

Hanno cercato di difendersi parando i colpi. Hanno urlato ma è stato tutto inutile. Emidio Del Vecchio,78 anni, e la moglie, Adele Tumini, 72 anni, sono stati colpiti a morte con decine di fendenti. Ad ucciderli con un coltello da cucina, secondo i carabinieri sarebbe stato il figlio Marco, 37 anni, disoccupato e un passato di droga. Il giovane, che subito dopo l’omicidio si era era reso irreperibile, è stato rintracciato dieci ore dopo il duplice delitto dagli investigatori sulla Loggia Ambling, nel centro storico. Confuso e fuori di sè, ha rifiutato di seguire i militari e ha cercato di fuggire. Nella foga ha ferito quattro militari. Una volta in caserma ha continuato ad avere un atteggiamento estremamente aggressivo. Su consiglio del legale, l’avvocato Raffaele Giacomucci, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del sostituto procuratore, Enrica Medori. L’accusa nei suoi confronti è duplice omicidio. In una tasca del giubbotto gli investigatori hanno trovato un coltello. La lama sembra compatibile con le ferite trovate sul corpo dei genitori. La scoperta della tragedia. È stata fatta qualche minuto prima della mezzanotte dai carabinieri, allertati dalla figlia maggiore dei due anziani, Nicoletta. Quando i militari hanno sfondato la porta dell’appartamento, al piano terra di un condominio di via Anghella, la stradina che collega via Santa Lucia a via Istonia, si sono trovati davanti a una scena raccapricciante. Emidio e Adele erano nella loro stanza da letto. I corpi insanguinati erano avvolti nelle coperte. Alcune tracce ematiche sul pavimento hanno rivelato il tentativo maldestro dell’omicida di nascondere i due genitori sotto il letto. La casa perfettamente in ordine ha fatto subito escludere agli investigatori il delitto a scopo di rapina. Nessun segno di colluttazione, nessun vetro infranto, nè tiretti rovesciati. Solo due corpi straziati, l’uno vicino all’altro. Forse la moglie ha cercato anche di difendere il marito, costretto da qualche tempo a muoversi con l’ausilio di un carrello dopo un’operazione subita al femore. I vicini di casa. Grazie alle testimonianze di alcuni vicini, i carabinieri hanno individuato il presunto responsabile. L’uomo si è reso irreperibile. Dopo l’omicidio è fuggito probabilmente a piedi scendendo la scaletta di mattoni di fronte all’appartamento dei genitori che sbocca su via Istonia. A quel punto ha vagato per ore in stato confusionale. In caserma ha continuato a negare ogni addebito. Il coltello che aveva in tasca lo inchioda. L’arma è stata consegnata ai Ris così come altri oggetti trovati vicino ai due corpi senza vita. Le indagini. Secondo gli investigatori il duplice omicidio non è stato premeditato. La morte di Emidio Del Vecchio e della moglie probabilmente è stata la reazione irrazionale e violenta a un rifiuto. Forse Marco Del Vecchio ha chiesto ai genitori del denaro. «Emidio negli ultimi tempi era molto dispiaciuto perché il figlio non riusciva a trovare un lavoro e chiedeva spesso aiuto alla mamma», raccontano alcuni conoscenti. Adele Tumini, nonostante l’età non più verde, continuava a fare pulizie. Mamma e figlio erano molto legati. «Lui però ’'ha picchiata altre volte", aggiunge un vicino». La furiosa lite. Quella avuta dalla donna e dal marito nel tardo pomeriggio di sabato è stata sentita dai condomini. Nessuno di loro, però, ha pensato che la litigata potesse sfociare in un delitto. Le luci del condominio alle 11 si sono spente. Un’ora dopo l’intero quartiere è stato svegliato dall'arrivo di un’auto dei carabinieri. «Quando le condizioni del mio cliente lo permetteranno, cercheremo di fare chiarezza sui motivi del litigio. Al momento posso solo dire che Marco Del Vecchio sta male. Molto male», ha dichiarato uscendo dalla caserma dei carabinieri, al termine dell’interrogatorio tenuto dal sostituto procuratore Enrica Medori, l’avvocato Raffaele Giacomucci. «Il mio cliente in passato ha avuto problemi di tossicodipendenza. Attualmente, però, li aveva superati. Era in cura al Centro d’igiene mentale. Era depresso e demoralizzato perché non trovava un lavoro. Viste le sue condizioni sono assolutamente necessari approfonditi esami medici. Chiederò al magistrato una perizia», fa sapere l’avvocato Giacomucci. L’arresto. Marco Del Vecchio ha lasciato la caserma dei carabinieri qualche minuto dopo le 14 uscendo da un ingresso secondario ed è stato accompagnato nel carcere di Torre Sinello. «Considerato il comportamento fortemente aggressivo avuto in caserma dall’indagato, la Procura ha raccomandato un’adeguata collocazione dell’uomo e la sorveglianza continua», si legge in una nota firmata dal Procuratore capo della Repubblica, Francesco Prete. Oggi, alle 12, in tribunale, sarà conferito a un medico legale l’incarico per eseguire l’autopsia sui corpi delle vittime.

(da Il Centro)



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