Barca: «La ricostruzione inizierà a primavera»

 «Si parte a primavera, il 21 marzo». Così il ministro il ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca in un’intervista concessa a Riccardo Iacona in onda stasera a «Presa diretta» su Rai3, conferma il via alla ricostruzione dell’Aquila. La stessa data e lo stesso concetto erano stati indicati dal ministro in visita all’Aquila in occasione del convegno nazionale promosso dalla Cgil alla presenza della leader nazionale del sindacato Susanna Camusso. «Tra quaranta giorni», spiega il ministro, «annunceremo con il sindaco Cialente una “road map”in cui indicheremo con precisione edificio per edificio i tempi del bando di gara, dell’inizio dei cantieri e «Si partirà con gli edifici pubblici», spiega il ministro. «Cominceremo a giugno con il teatro San Filippo e subito dopo con il Palazzo del Governo, che sarà sede della Provincia». Per Barca, «i soldi ci sono, anzi i soldi non sono mai stati un problema», perché «oltre a quelli che erano stati già messi prima che intervenissimo noi, c’è un miliardo e 200 milioni di euro che abbiamo stanziato a dicembre». «Prima che io me ne vada», afferma il ministro, «ci sarà la “road map” con tanto di targhe appese sugli edifici, perché la gente dell’Aquila sappia quale parte della città ricomincia a vivere. La stessa cosa succederà per gli edifici privati». Alla domanda sul perché la ricostruzione del centro storico non sia ancora cominciata, il ministro Barca risponde che «l’errore principale è stata la gestione non democratica della ricostruzione. Adesso invece ne abbiamo riconsegnato ai sindaci il potere e la proprietà». Nella stessa intervista il ministro rivendica che la ricostruzione leggera è molto avanti. «In questo momento», dice, «sono rientrate all’Aquila 39 mila delle 67 mila persone che erano fuori casa. Siccome spesso si fa l’esempio positivo delle Marche, voglio dire che le persone rientrate all’Aquila sono il 59%, una percentuale certamente più alta di quelli che alla stessa data erano rientrate nelle loro case nelle Marche». Intanto, anche l’edilizia popolare attende di essere ricostruita. Si registra a tal proposito un intervento del portavoce del Mia casa, l’ex deputato Pio Rapagnà. «Il consiglio regionale», dice, «seguendo anche l’esempio della Regione Emilia Romagna, approvi nella prima seduta utile, a quattro anni ormai passati dal 6 aprile 2009, una legge quadro per la ricostruzione e la messa in sicurezza antisismica della edilizia residenziale pubblica regionale e comunale». «La legge, elaborata e proposta al consiglio regionale dal Mia Casa», afferma il portavoce, «riguarda tutto il patrimonio abitativo della Regione. Essa dispone la realizzazione di interventi necessari per la ricostruzione e il ripristino degli immobili di edilizia pubblica residenziale distrutti o danneggiati dal terremoto e rende possibile l’immediato adeguamento alla norma antisismica del patrimonio edilizio. La legge affida alla giunta regionale il compito di promuovere forme di accordo istituzionale e tecnico tra gli enti locali impiegati nella ricostruzione al fin di favorire il rapido impiego delle risorse e lo svolgimento delle attività amministrative ordinarie e straordinarie. I Comuni sono obbligati al mantenimento di tutti i parametri esistenti quali la volumetria».

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo