Arturo Diaconale: "il Gran Sasso può attirare un potenziale di 300mila turisti l’anno"

 C’era una volta un manifesto pubblicitario: un autobus e una strada a curve che univa due città e poi una montagna accanto dove si poteva sciare o prendere il sole. Perché Roma – la prima delle due città – ha sempre sentito i monti della conca aquilana come il primo scenario naturale di riferimento per il turismo d’alta quota. Il primo, non solo perché più immediato ma perché, se dotato delle giuste strutture ricettive può attirare un potenziale di 300mila turisti l’anno. Questa almeno, la stima di Arturo Diaconale, presidente del Parco nazionale del Gran Sasso. È proprio al fulcro dell’Appennino centrale che guarda l’iniziativa «L’Aquila-Roma nel cuore della nuova Italia», un gemellaggio promosso dalle associazioni “Abruzzo moderno” e “L’Aquila che Rinasce” e rilanciato dai sindaci delle due città. Il progetto riprende il filo di un discorso avviato all’indomani del sisma, per dare linfa alla ricostruzione. Ma qui si vuole andare anche oltre. «Il senso delle nostre azioni», spiega il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, «è quello di evitare quella vecchia malattia italiana di occuparsi delle varie problematiche solo quando si è in emergenza. Bisogna coltivare e portare avanti dei progetti, invece, anche quando la questione non è più sotto i riflettori». Per il primo cittadino della Capitale, la priorità è quella di «coltivare una possibilità strategica che parte da una realtà ben consolidata, un'alleanza reale per le due città: resa solo più urgente dalle difficoltà dell’Aquila post-terremoto». Naturalmente, per Alemanno “guardare oltre” vuol dire anche pensare di essere ancora lui al Campidoglio, dopo le amministrative di fine maggio. «Questo discorso», ammette, «è naturalmente proiettato a dopo le elezioni. Sarà importante riuscire a trovare la giusta sinergia per rendere le montagne di questa città, un rifugio naturale per tanti romani, in un momento storico in cui la capitale resta sempre meta di turismo internazionale. Senza contare», ha concluso, «il discorso infrastrutturale che non può però prescindere dall’orientamento che prenderà il nuovo governo. È lo stesso Diaconale a ricordare – durante l’incontro di presentazione all’Auditorium del Parco – che Roma è, di fatto, la prima città abruzzese in virtù delle 700mila persone che si sono trasferite dall’Abruzzo negli ultimi decenni. L’incontro, moderato dal direttore di LaQtv, Luca Bergamotto, ha visto il sindaco Massimo Cialente e l’assessore alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano a rappresentare le istanze del capoluogo. Una proposta operativa, portata avanti dal giornalista Salvatore Santangelo. «Il tema del rapporto fra L'Aquila e Roma va inserito oggi all'interno della questione centrale», ha affermato Santangelo, «va affrontato come una risorsa per il nostro Paese». Hanno partecipato all’incontro anche Antonio Centi, presidente dell’Anci Abruzzo, Gianfranco Giuliante, assessore regionale alla Pianificazione del territorio, Alessandra Rossi, presidente di Abruzzo moderno, Franco Salvatori, presidente della Società geografica italiana.

 



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