«Centri storici recuperati entro il 2018» Cialente e Di Stefano presentano il piano

Cinque miliardi in 5 anni per far tornare a vivere i centri storici della città e delle frazioni. Questo l’ambizioso obiettivo dell’amministrazione Cialente che ha elaborato un documento – già approvato in giunta ed ora in attesa del passaggio in consiglio comunale – che fissa i criteri operativi per la programmazione della ricostruzione privata. Un cronoprogramma, il cui successo è però legato al flusso continuo e non negoziabile delle risorse preventivate, in base al quale la ricostruzione dei centri storici dovrà essere completata (o quasi) entro il 2018. Una data non casuale, considerato che nel 2019 L’Aquila potrebbe essere la capitale europea della cultura e che dovrà presentarsi, dunque, “risanata” all’appuntamento. Un piano illustrato ieri dal sindaco Massimo Cialente e dall’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano che contano ora sul sostegno del governo, nonché sul rispetto degli impegni assunti dai progettisti e dalle imprese, per poter procedere speditamente con la tabella di marcia indicata. «Al governo» hanno ribadito il sindaco e il suo assessore «chiediamo risorse certe e costanti. Un miliardo l’anno, dal 2014 al 2018, per poter recuperare i nostri centri storici. Finora ci hanno chiesto montagne di carte che noi puntualmente abbiamo fornito. Ora l’esecutivo, anche se in questo momento il quadro politico nazionale non lascia troppo spazio all’ottimismo, faccia la sua parte e mantenga gli impegni assunti. Abbiamo stimato in circa 5 miliardi (3 miliardi e 466 mila euro per il centro storico dell’Aquila e 1 miliardo e 623 mila euro per le frazioni) la somma necessaria per completare il programma di ricostruzione. E a chi dice che cinque anni sono pochi rispondiamo che quattro sono già trascorsi e che ora, dopo i tanti ostacoli incontrati, ci sono tutti i presupposti per andare avanti in modo veloce». Cialente ha sollecitato, quindi, il ritorno al meccanismo della Cassa depositi e prestiti per l’erogazione dei contributi. «Un no a questa nostra richiesta significa impedire la ricostruzione in tempi rapidi. Nel sistema economico attuale altro meccanismo per farcela non c’è» ha tagliato corto il sindaco che ha anche richiesto ulteriori 800 milioni per il 2013. Una somma necessaria per far partire i lavori dell’asse centrale e i primi interventi (206 milioni di euro) nei centri storici delle frazioni che più di altre hanno avuto danni gravissimi: Onna, Tempera, Santa Rufina, Roio Poggio, San Gregorio in testa. E sempre quest’anno, secondo il piano del Comune, partiranno anche i lavori a Roio Piano, Paganica, Colle di Roio, Civita di Bagno, Camarda, Bazzano, Bagno Grande, Ripa, Arischia. Poi, via via, tutti gli altri con in coda (la programmazione del 2018) alcuni borghi di Sassa e Preturo. In città, invece, tutti gli interventi (asse centrale e aree a breve a parte, dove i lavori inizieranno quest’anno con l’unica eccezione della Lauretana) potranno partire nel 2014. Il piano delle priorità, ma non solo. Cialente e Di Stefano hanno spiegato che il cronoprogramma per funzionare avrà bisogno anche della piena collaborazione dei progettisti «perché programmino bene il loro lavoro» e delle imprese «che speriamo siano in grado di onorare gli impegni presi». Quindi il richiamo agli ordini professionali, in particolare quello degli ingegneri, «che hanno condiviso la scelta della scheda parametrica e che ora manifestano forti resistenze. A loro diciamo di presentare le schede e i progetti perché ognuno dovrà fare la sua parte. Non possiamo dire al governo che i soldi assegnati non vengono spesi perché c’è chi ritiene che la scheda parame metrica sia troppo complicata». E restando in tema, Cialente, a margine della conferenza stampa, ha anche lanciato un monito agli ingegneri. «Mi è giunta voce che qualcuno stia chiedendo un compenso aggiuntivo per stilare la scheda parametrica. Ma tutti devono sapere che si tratta di una richiesta assolutamente ingiustificata»
 



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