Cialente: "Vado a Roma su un asino come Celestino V"

 Slitta di un giorno, da oggi a domani, l’incontro tecnico tra il sindaco Massimo Cialente e i rappresentanti del Governo per risolvere la questione del miliardo di euro da impiegare per la ricostruzione, verosimilmente utilizzando il meccanismo della cassa depositi e prestiti. E il primo cittadino è pronto a tutto pur di essere ascoltato sui tavoli romani: «Andrei anche a piedi o su un asinello come Celestino V» ha dichiarato il sindaco Massimo Cialente che rilancia sul tema dei fondi, anche se la partita per la copertura dello stanziamento; una partita difficilissima da trovare con le partite sull’Imu e risorse per la cassa integrazione che l’Esecutivo deve ancora vincere.

«La questione non è solo il miliardo necessario per gli interventi nel 2013. Con quei soldi si sbloccherebbero solo i cantieri per le periferie» ha aggiunto Cialente che sulla vicenda del tricolore non sembra intenzionato a tornare indietro. «È il governo che ha preso questa decisione (riferendosi alla minaccia di scioglimento del Consiglio comunale, ndr). Se così fosse dovrebbero farlo anche con molti altri visto che il problema non è solo dell’Aquila. Anzi domani a Roma ci presenteremo tutti compatti». Cialente si riferisce alla lettera, sottoscritta insieme al coordinatore dei sindaci del cratere, Emilio Nusca, che è stata inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Enrico Letta, ai Presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, ai Ministri Alfano, Trigilia, Saccomanni e Zanonato, ai Sottosegretari Legnini e Patroni Griffi, al vice Ministro Bubbico e ai parlamentari abruzzesi per ricordare loro le problematiche del territorio e le questioni aperte in materia di ricostruzione, in previsione del tavolo tecnico interministeriale coordinato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanni Legnini. Una nota in cui sono tre i punti caldi sottoposti all’attenzione degli interlocutori istituzionali: necessità di fondi adeguati e certi per la ricostruzione della città intera, norme più semplici e snelle e, come ultimo punto critico, l’attenzione per i comuni fuori cratere. Una lettera in cui è messo nero su bianco che di ordinario, nel capoluogo e nel cratere, c’è poco. «Se l’emergenza è stata considerata chiusa per legge, i territori, vivono ancora una situazione gravissima, che rende impossibile anche solo ipotizzare un ritorno all’ordinarietà», riporta uno dei passaggi della missiva. Per molti cittadini, di fatto, una situazione di vera e propria emergenza si vive ancora quotidianamente.


- da Il Tempo -



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