Albergo diffuso Un centinaio i paesi adatti a nuove forme di accoglienza

Valorizzare aree ormai spopolate, promuovere un'offerta turistica che spinga la crescita economica dei territori e riscoprire il ricchissimo patrimonio culturale dell'Abruzzo: ha questi obiettivi il progetto di legge regionale sull'”albergo diffuso”, grazie a cui borghi, frazioni e centri storici della regione, spesso dimenticati ed abbandonati, potranno presto trovare nuova vita, attirando visitatori da tutto il mondo, un po' come accade a Santo Stefano di Sessanio, uno degli esperimenti di albergo diffuso meglio riusciti a livello mondiale. L'iniziativa è stata presentata ieri a Pescara. Presenti, tra gli altri, il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, il governatore Gianni Chiodi, l'assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio, il consigliere Riccardo Chiavaroli (Pdl), firmatario del progetto, il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, e l'assessore provinciale al Turismo, Aurelio Cilli. Testimonial dell'iniziativa è l'imprenditore Daniele Kihlgren, ideatore dell'albergo diffuso di Santo Stefano Di Sessanio. Dai centri storici della costa ai borghi e alle frazioni di montagna, sono un centinaio le località abruzzesi, molte delle quali disabitate ed abbandonate, che si prestano a divenire alberghi diffusi. Diversi imprenditori hanno mostrato interesse in tal senso e in alcuni casi già si parla di progetti. La legge consentirà di riscoprire e valorizzare la storia, le tradizioni, la cultura e il patrimonio architettonico di tali centri, spesso sconosciuti perfino agli stessi abruzzesi. L'albergo diffuso, d'altronde, più che un soggiorno rappresenta un vero e proprio stile di vita che coinvolge le comunità e le attività locali e che genera un significativo indotto economico. La conferma è proprio il modello ideato a Santo Stefano di Sessanio, dimostrazione di come lo sviluppo sia strettamente legato al recupero del patrimonio esistente. «Quando, nel 1998, arrivai a Santo Stefano di Sessanio», ha ricordato Kihlgren, «c'era una sola attivita' ricettiva, ora ce ne sono 25; c'era un solo negozio, ora ce ne sono una quindicina. Dopo 150 anni la gente ha ricominciato a tornare verso la montagna per trovare lavoro». Pagano ha parlato di «una legge finalizzata ad assicurare il recupero dell'edilizia, favorire la vivibilità attraverso nuove forme di ospitalità e generare occupazione. L'auspicio, ora», ha evidenziato il presidente, «è che, grazie a questa legge, molti imprenditori possano replicare il modello vincente ideato da Kihlgren». Dal canto suo Di Dalmazio ha annunciato che, nell'ambito della prossima programmazione, verranno stanziate risorse per favorire idee imprenditoriali di questo genere.

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo