Capitale europea della cultura per il 2019, L'Aquila prova a volare...

Un dossier di 192 pagine dovrà convincere il ministero dei Beni culturali della validità della candidatura dell’Aquila a “Capitale europea della cultura per il 2019”. Il sogno di portare lo scettro di capitale culturale per un anno sta tutto in quelle pagine presentate ieri mattina al Mibac dalla presidente del Comitato promotore, la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, mentre oggi sarà presentata la versione in inglese. La candidatura dell’Aquila, distrutta dal terremoto, in bilico tra la crisi economica e quella sociale, con una popolazione distribuita tra new town e “villaggi provvisori”, è messa nero su bianco con tutti gli argomenti con cui cercherà di battere antagoniste come Bergamo, Mantova, Matera, Perugia-Assisi, Siena, Venezia-Nordest, Urbino, Taranto, Palermo, Caserta, Torino, Aosta. In tutto sono più di 20 le città concorrenti, anche se soltanto nei prossimi giorni si saprà il numero esatto. Per il 2019 toccherà a Italia e Bulgaria nominare le due capitali culturali europee, città che potranno usufruire, oltre che di 1,4 milioni di euro di finanziamenti, anche di vantaggi in termini socio-culturali ed economici. Ma L’Aquila è pronta a una simile competizione? L’idea della candidatura è stata di un gruppo di persone, tra cui la Pezzopane e l’operatore culturale Errico Centofanti. Ma non mancano i detrattori che parlano di “una scatola vuota”. La ricostruzione è ancora lungi dal ripartire in modo strutturato, la città non ha una capacità di accoglienza turistica strutturata, e sui motori di ricerca, L’Aquila non è in pole position. Sono questi le contro-argomentazioni degli scettici. Ma coloro che in questo “sogno” credono fin dall’inizio fanno leva proprio sulla fragilità della ricostruzione, e vedono nella candidatura un’occasione per andare oltre «il lento e faticoso processo di ripresa che è lungi dal lasciar intravedere esiti soddisfacenti a breve-medio termine», si legge nelle documentazioni a sostegno. «Occorre perciò qualcosa che abbia la capacità di innescare un incisivo processo di accelerazione operativa, come la conquista di questa designazione». Ma quali sono le carte su cui il capoluogo punta? La storia millenaria consolidata in otto secoli di architetture e archeologie protostoriche, i Parchi, i centri ricerca di rilievo internazionale, tra cui i Laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso, tradizioni come la Perdonanza Celestiniana (che sarà inserita nell’elenco dei beni immateriali dell’Unesco nel 2015), il legame con Papa Giovanni Paolo II, il patrimonio enogastronomico, l’unicità della città territorio e la ricostruzione. E proprio sulla ricostruzione «siamo unici», sottolinea il Comitato, «nel 2019 saranno 10 anni dal terremoto. Per ogni altra città che concorre sarà un anno come gli altri. Per noi no». L’Aquila punta anche su Smart city e innovazione tecnologica. Essere Capitale della cultura non è, infatti, solo l'evento spettacolare, «ma piuttosto è un guardare oltre, affermare nuovi diritti, fare più politiche sociali». Nel dossier c'è anche una nuova visone del rapporto della città con l'intero Abruzzo. E qui sta anche la nota dolente. Perché se L’Aquila chiama, l’Abruzzo non risponde. La Provincia ha votato una delibera unanime di adesione, ma non ha stanziato finanziamenti, mentre la Regione finora si è defilata. Al di là dell’appoggio dato a parole, nel 2010, alla Bit di Milano, dal presidente Gianni Chiodi, il Consiglio regionale non ha votato alcuna delibera, a differenza della «piccola regione Basilicata», fa notare la Pezzopane, «che ha stanziato 150mila euro l'anno per tre anni». Nulla è, però, ancora perduto. Intanto oggi doppio appuntamento per promuovere la candidatura all’Auditorium del Parco del Castello, dove si riunirà per la prima volta il Comitato promotore, e alle 16,30 il documento sarà presentato alla cittadinanza. Fitto il cronoprogramma della selezione. Dopo la presentazione del “Documento per la candidatura”, è attesa entro dicembre la pre-selezione delle candidature da parte della giuria internazionale, mentre nel 2014 ci sarà la selezione finale e nel 2015, finalmente, la nomina da parte dell’Unione europea della città italiana che, insieme a quella bulgara, sarà “Capitale europee della cultura per il 2019”.

- da Il Centro -


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo