Carte clonate, 10 patteggiamenti, settanta imputati davanti al giudice

 Sono una settantina le persone finite davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale, Marco Billi, accusate di una mega truffa con la clonazione di carte di credito. Un’inchiesta di respiro internazionale che portò all’arresto di 55 persone quasi tutte di nazionaltà bulgara. Costoro sono accusati di un maxi raggiro che ha riguardato anche le province dell’Aquila e di Teramo dove vi erano alcune «menti» operative. Ieri sono stati fatti i primi atti istruttori e una decina di imputati hanno chiesto di patteggiare pene fino a due anni di reclusione in modo da poter ottenere subito la libertà provvisoria. Si tratta soltanto di richieste, per ora, visto che comunque devono essere accolte dallo stesso Billi e questo non è scontato. Ma anche in caso di accoglimento i patteggiamenti potrebbero essere teoricamente impugnati in Cassazione dalla Procura generale. Ci sono state poi delle richieste di rito abbreviato che in caso di condanna permetterebbe agli imputati di fruire di uno sconto di pena. La prossima udienza è stata fissata il 16 novembre. Le indagini, che sono state svolte in parecchi Paesi, hanno permesso di accertare che il vertice operativo del gruppo criminale si trovava a Plovdiv, in Bulgaria, da dove venivano pianificate le strategie criminali con la fase della cattura dei codici delle carte di pagamento in tutte le regioni italiane ma anche in Germania, Inghilterra, Spagna, Polonia, Olanda e Svizzera. I contatti tra i vertici e le cellule erano frequenti che per consentire l’approvvigionamento delle apparecchiature adoperate per carpire in modo illecito le informazioni riservate. Le indagini hanno anche permesso di capire che il volume di affari era di 50mila euro al giorno e prima dell’arresto la banda si era impossessata di 36 milioni di euro. Nel collegio difensivo ci sono diversi avvocati aquilani: Ubaldo Lopardi, Mauro Ceci, Francesco Rosettini, Giusy Galgani.
 



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