Agriformula il Pm chiede l’archiviazione per i sei ex manager

La Procura della Repubblica ha chiesto di archiviare il filone di indagine riguardante il presunto inquinamento del sito dell’ex Agriformula, nel nucleo industriale di Bazzano. Resta in piedi una sola accusa, ma riguarda lo smaltimento delle macerie a carico dei titolari del sito. Il pm, dunque, ritiene di non doversi procedere in riferimento alle posizioni di coloro che furono a capo dell’Agriformula in anni recenti e nel periodo più lontano quanto l’azienda chimica aveva diverse denominazioni quali Ravit e Rhone Poulenc. Si tratta di Natale Regondi, Massimo Malentacchi, Manlio Iarossi, Pasquale Di Giacomo, Giorgio Basile, Antonio Fiore. Resta solo l’accusa di natura contravvenzionale riguardante lo smaltimento delle macerie e riguarda i soli titolari del sito, ovvero gli imprenditori Alfonso, Gaetano e Ludovico Specchio. Accuse che saranno contestate dai loro avvocati. Nessuna contestazione, per loro, riguardante l’inquinamento. Il nodo cruciale dell’inchiesta ruota intorno a una perizia finalizzata a verificare la presenza, o meno, di atrazina ovvero un principio attivo ad azione erbicida finalizzato principalmente al diserbo dei mais, sorgo e canna da zucchero che fu messo fuori commercio proprio a causa della sua pericolosità nel 1990. Nelle scorse settimane venne discussa una perizia che fu fatta nei mesi scorsi. Nel corso dell’udienza a porte chiuse, secondo quanto sostenuto dai legali dei sospettati, sarebbe scaturito che la presenza di atrazina era nei limiti previsti dalla legge. Insomma le valutazioni peritali hanno indotto la Procura a ritenere che non ci siano gli estremi per esercitare l’azione penale al punto da chiedere l’archiviazione. Spetta ora al giudice se accogliere l’opinione della medesima Procura e degli stessi avvocati dei sospettati o disporre, in casi di dubbi, nuovi accertamenti ai carabinieri della stazione di Paganica che hanno fatto le indagini. In passato ci furono controversie di lavoro di operai che accusarono malori ma non emerse nulla di penalmente rilevante. Nel corso del procedimento tutti gli indagati sono assistiti dagli avvocati di fiducia Ferdinando Paone e Lanfranco Massimi.

 



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