Le pagliara di Assergi

Assergi è uno dei tanti e bellissimi borghi/castelli dell’enclave aquilana e, dei suoi posti da vedere e visitare, ne ho già scritto ampiamente nei "post" precedenti (a chi ne fosse interessato consiglio di cercare nel blog: la chiesa di Assergi, Assergi, Assergi antico alle falde del Gran Sasso, Grotta a Male, L’iniziazione di Assergi,  S. Franco di Assergi, Gita alla grotta di S. Franco di Assergi, Gita al laghetto di Assergi sul Gran Sasso d’Italia,  La storia di Assergi, Beatrice Cenci ed Assergi).

Assergi ha una particolarità rispetto a tutti gli altri borghi/castelli: quella di avere le stalle (pagliara) separate dal borgo/castello abitato; generalmente infatti, nei borghi le case avevano le stalle al piano terra o al piano seminterrato e le abitazioni erano poste al piano rialzato o al primo piano; poi, con il passare degli anni, venivano sopraelevati il secondo o terzo piano.

La caratteristica di Assergi di avere il quartiere delle "pagliara" separate dal centro abitato, denotava quello che oggi definiremmo il livello della qualità della vita, in termini di vivibilità e pulizia degli ambienti, come un’urbanistica studiata e volùta.

Quando racconto di questa particolarità mi viene sempre domandato: ma come facevano a difendere le "pagliara" se erano fuori dal centro abitato? E questo è il motivo del "post".

Il quartiere delle "pagliara" era suddiviso in tanti "quartierini" ovvero gruppi di "pagliara" indipendenti dagli altri e che, insieme, costituivano tutto il quartiere delle "pagliara".

Sulla strada c’era un portone (che veniva chiuso dall’ultimo che usciva) sovrastato da un arco e dal quale si accedeva ad una piccola corte comune usata per i lavori e per accudire gli animali, su questa corte si aprivano le porte delle "pagliara" vere e proprie; le finestre che si aprivano verso l’esterno erano piccole, per riparare gli interni dal freddo e per impedire l’accesso a ladri e lupi; l’interno delle "pagliara" era, generalmente, su due livelli: nel piano terra si trovavano gli animali, in genere l’asino, il maiale, i conigli e le galline mentre il piano superiore veniva usato come fienile.

Ancora oggi è possibile riconoscere questa tipologia di costruzione, nonostante le modifiche apportate o i cambi di destinazione in abitazioni, in via delle Ville, in via di Portella o in via delle Ròsce; testimonianze urbanistiche e di architettura di un mondo di montagna che devono essere ricordate per non dimenticare quelle tradizioni che fanno parte della nostra Cultura e della nostra Storia!

- Sante Acitelli (Cifone) Gite sul Gran Sasso -
 



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