Il prete non vuole i frati e la messa salta

 Nella chiesa del convento di Santa Maria delle Grazie a Calascio era tutto pronto per il bacio del Bambinello arrivato dalla Terra Santa. Il coro faceva le prove, la bella statuetta di cera ambrata portata a Calascio da fra’ Antonio di Rocca Calascio nel 1740 era già adagiata nella sua culla, con lo sguardo incredibilmente realistico a osservare i fedeli accorsi per un evento molto importante per la comunità del centro montano. Mancavano solo i frati francescani della comunità di San Bernardino che dovevano partecipare alla messa. Era prevista anche l’omelia del ministro provinciale Carlo Serri. Un ritardo che si è protratto fino a quando sull’altare è salito il sindaco di Calascio Antonio Matarelli, che ha spiegato la situazione. «I frati della comunità di San Bernardino volevano venire, ma c’è stato l’intervento, a più riprese, del parroco di Calascio. E così i francescani, per evitare ogni occasione di conflitto, hanno deciso di soprassedere. Una situazione incresciosa, una cosa che a Calascio non era mai capitata prima». Circondato dai membri del consiglio comunale di Calascio, il sindaco ha continuato: «Insieme a loro abbiamo deciso che domani stesso invieremo una nota di protesta al vescovo di Sulmona, dicendo che la convivenza con il parroco è ormai impossibile». A queste parole, i fedeli raccolti in chiesa hanno risposto con un lungo applauso. «Ricordatevi che siete di fronte a Gesù Bambino», ha commentato qualcuno dei fedeli. La rottura tra la comunità e il parroco indiano don Kant Lakshimi è ormai suggellata.

 



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