Attenzione al costruttore di valanghe!!!

Cosa? Il costruttore di valanghe?? Ma chi potrebbe mai costruire una valanga!! Dai dai non scherzare!

Ebbene si, esiste un “costruttore di valanghe”! O meglio, non tutte le valanghe sono uguali, non tutte vengono costruite, ma ne esiste un particolare tipo, tra i più subdoli e difficili da prevedere che viene proprio “fabbricato” ad arte da un lavoratore instancabile. E chi sarebbe questo lavoratore instancabile se al giorno d’oggi nessuno a più voglia di “battere un chiodo”?

IL VENTO!!

Il vento è stato definito “il fabbricante di valanghe” (in particolare di valanghe a lastroni) in quanto è in grado di modificare la struttura del manto nevoso, creando un alternarsi, davvero pericoloso e di difficile lettura, di accumuli sui pendii al riparo dal vento (sottovento) e “denudando” viceversa i pendii esposti (sopravento). Si vengono così a creare le caratteristiche cornici sulle creste, i lastroni nelle conche e negli avvallamenti, mentre i costoni appaiono pressoché privi di neve, ingannando sulla reale consistenza del manto nevoso. In presenza di vento, sono già sufficienti 10 – 20 cm di neve fresca per creare una situazione di concreto pericolo.

 

Valanga vento1

Ecco perché i lastroni da vento, troppo spesso non riconoscibili sul terreno, rappresentano ancora oggi una delle insidie maggiori per chi si muove in ambiente innevato. Non necessariamente quindi solo gli scialpinisti, ma anche escursionisti con racchette da neve, scalatori di cascate di ghiaccio, ecc.

Ma cosa sono questi lastroni da vento?

I lastroni da vento sono delle lastre di neve vere e proprie che si caratterizzano per avere delle proprietà simili a quelle che potremmo associare ad un vetro. Ciò avviene, per esempio, per l’azione del vento che determina una frantumazione meccanica dei cristalli di neve con conseguente compattazione dello strato non garantendo al contempo i legami tra lo strato rimaneggiato e quello sottostante. Sono infatti delle strutture tipicamente coese al loro interno ma altamente fragili. Proprio come una lastra di vetro, possono rompersi in mille frammenti al passaggio di un solo escursionista, precipitando verso valle con velocità anche superiori ai 100 km/h.

Valanga 2

Il distacco di un lastrone da vento.

A complicare il tutto però vi è poi la natura stessa di tali lastroni. Non sempre infatti questi si presentano duri e compatti (quindi, se presenti in superficie, più facilmente riconoscibili), ma possono presentarsi soffici e divertentissimi da sciare e perciò, particolarmente insidiosi. In questo caso, dovremo prestare particolare attenzione ai segnali presenti sul terreno quali cornici di neve, sastrugi, dune e quant’altro ci possa far immaginare che sotto ai nostri sci ci possa essere un accumulo di neve trasportata dal vento.

Le valanghe a lastroni sono appunto le più pericolose alle nostre latitudini per i frequentatori della montagna innevata, in quanto non sempre è possibile riconoscere per tempo un lastrone instabile. Basta infatti una leggera nevicata successiva all’azione eolica per coprire queste vere e proprie bombe ad orologeria. Ecco perché è importante memorizzare durante il corso della stagione tutti gli eventi meteorologici di un certo rilievo e soprattutto saper leggere i segnali che ci circondano!

La maggior parte degli incidenti è dovuta al distacco provocato dal peso o dalla sollecitazione dinamica (ad esempio sciatore in discesa a fine curva) delle stesse persone che ne vengono coinvolte. Poiché la linea di frattura si verifica normalmente a monte del punto in cui viene applicato il carico (anche molto lontano), e non lungo la traccia in cui il pendio viene percorso, lo sciatore ne viene travolto. La velocità con la quale avviene tale processo non permette generalmente alcuna azione.

Come detto, si tratta di valanghe decisamente pericolose per tre ragioni fondamentali:

  • difficoltà nel riconoscere le situazioni pericolose sul terreno;
  • la velocità di scorrimento è attorno ai 100 Km/h e può arrivare sino a 130 l’ora. Quindi gli effetti sul travolto sono decisamente pericolosi;
  • il fatto che la neve resti scomposta in blocchi di neve dura, aumenta i possibili danni fisici che il travolto può subire.

Ma allora come possiamo fare? Come si possono prevedere queste situazioni?

Prima di intraprendere una gita sulla neve, di qualsiasi natura essa sia, dovremmo:

  • frequentare dei corsi per apprendere le nozioni basilari relative al rischio valanghe ed ai comportamenti da seguire in caso di incidente ( Guide Alpine, AINEVA, CAI, ecc.);
  • informarsi sulle previsioni metereologiche e consultare il BOLLETTINO nivo-meteorologico;
  • preparare accuratamente la propria gita a tavolino, consultando la cartina del luogo, acquisendo informazioni dagli esperti del settore e del luogo e pianificando eventuali soluzioni alternative;
  • leggere attentamente i segnali presenti sul campo, quali presenza di cornici, zone erose dal vento, zone di accumulo, sastrugi, dune, ecce cc.;
  • valutare attentamente l’inclinazione e l’esposizione del pendio che stiamo affrontando per cogliere eventuali segnali “premonitori”;
  • dotarci della dotazione minima di autosoccorso composta da ARTVA, PALA e SONDA, senza la quale non ci dovremmo muovere in ambiente innevato e praticare periodicamente il giusto addestramento.

Infine, vestiamoci adeguatamente e saliamo le bellissime cime che ci circondano, con la consapevolezza che salendo preparati e con la giusta attrezzatura, il divertimento sarà assicurato!!

 

Dimitri De Gol



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