L’Aquila a prevenzione zero, le accuse dei pompieri

Dopo essersi occupato delle cifre della ricostruzione, oggi IlSole24 torna a occuparsi dell’Aquila con un nuovo approfondimento dedicato al problema della prevenzione.  “Prevenzione zero, le accuse dei pompieri” è il titolo del nuovo articolo di Mariano Maugeri.

    Aquila a prevenzione zero. Sembra una burla, una presa in giro, ma l’Aquila è la metafora perfetta di come non si possa imparare nulla da eventi catastrofici e centinaia di morti. Aree attrezzate per raccogliere i cittadini in capo di terremoto? Zero prima del sisma del sei aprile 2009, zero al nove gennaio 2014, data in cui il capo dei Vigili del fuoco della Regione Abruzzo, l’ingegnere Sergio Basti, rilascia un’intervista in cui cita fatti e circostanze così semplici e così drammatici che in Paese normale avrebbero dovuto far saltare dalla sedia persino il presidente della Repubblica.

    Cosa dice Basti? Sul Piano di Protezione civile del Comune dell’Aquila: “So che esiste qualcosa a livello cartaceo”; sulla programmazione e prevenzione:”C’è stata una presa di coscienza nell’incontro di oggi (ripetiamo, nove gennaio 2014, Ndr) che speriamo possa dare seguito a ulteriori approfondimenti”; sulle aree di accoglienza:”C’è poca cosa: è necessaria una pianificazione capillare coerente con i rischi del nostro territorio. Le aree vanno infrastrutturate e spero che il Comune si renda conto che la segnaletica da sola non basti”; sugli uffici comunali della Protezione civile: “Dobbiamo sapere se esiste una struttura di staff al sindaco, oppure incardinata nell’assessorato protezione civile, un ufficio dove tutto quello che abbiamo detto oggi sia contenuto: i numeri di telefono, le persone preposte, i soggetti che sono attori del territorio, le cartografie, i numeri di telefono. Deve esserci un punto di raccordo, altrimenti nelle fasi convulse dell’emergenza a chi ci rivolgiamo?”.

    Fin qui Basti, convocato in Comune per programmare e attrezzare le aree che accoglieranno la festa nazionale degli alpini che si svolgerà all’Aquila nel 2015 e non – non sia mai – per supplire al vuoto pneumatico di questi anni in materia di prevenzione e organizzazione in caso di terremoti. C’è di più: chi era l’assessore alla Protezione civile dell’Aquila il sei aprile del 2009? Roberto Riga, il politico inquisito per le tangenti della ricostruzione che col passaggio dal Pd all’Api di Rutelli (“ecco il nostro uomo in Abruzzo” lo magnificava l’ex sindaco di Roma ed ex vicepresidente del Consiglio in una delle sue comparsate aquilane) ottiene pure il ruolo di vicesindaco e assessore all’Ambiente nella seconda consiliatura Cialente, a sua volta incensato da Pierluigi Bersani nelle sue puntate abruzzesi come il migliore primo cittadino cui l’Aquila potesse aspirare. Chi deteneva ancora a gennaio del 2014 la delega alla Protezione civile aquilana? Non più Riga, che l’aveva rimessa nel settembre 2013 nelle mani del sindaco. Non per manifesta incapacità, ma a seguito di una polemica rovente con il capo della Protezione civile ed ex prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli. Riga afferma di non avere mai ricevuto l’invito per una grande manifestazione antisismica in cento città italiane tra cui, di diritto, c’è l’Aquila. Gabrielli si scatena. Ed esibisce date e lettere protocollate inviate in Comune. Il capo della Protezione civile fa di più. E chiude una missiva scritta di suo pugno con queste parole: “Mi fa specie che quattro anni dopo il terremoto sia necessaria un’iniziativa del Dipartimento nazionale per parlare di rischio sismico a L’Aquila. Ecco perché sono io a chiedermi, con costernazione, se 309 morti non sono bastati”.


 



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