CASETTE DI LEGNO, IL COMITATO 58 "NON SIAMO ABUSIVI, IL COMUNE CI HA IMBROGLIATI"

Contro l'annunciato pugno di ferro da parte dell'amministrazione comunale dell'Aquila che intende abbattere i manufatti costruiti da privati cittadini a seguito del post sisma, nasce il Comitato 58, presieduto da Antonio Fiore.

In una lettera indirizzata al sindaco, Massimo Cialente, il Comitato 58, invita a considerare la complessità della vicenda, sociale e dunque politica che riguarda tanti cittadini che rifiutano di essere considerati degli abusivi: "Adesso il Comune scarica su di noi le proprie inadempienze, quando ci parla di abusivismo, zone alluvionali e quant’altro, dato che dovevate essere voi a visionare i progetti e garantire la corretta ubicazione dei suddetti manufatti".

Il vice sindaco Nicola Trifuoggi in una conferenza stampa del 21 febbraio aveva annunciato "controlli a tappeto, sanzioni e denunce penali" nei confronti di coloro che hanno realizzato casette fai da te a seguito del terremoto del 2009.

"La situazione è complessa, ma il mio è uno sguardo tecnico, non politico", aveva sottolineato Trifuoggi.

I controlli si presume dovrebbero riguardare in primis le 500 casette su 1.040 costruite nel territorio del Comune dell’Aquila senza alcuna comunicazione agli enti e quelle realizzate nelle aree a rischio idrogeologico, per alcune delle quali già incombe un'ordinanza di demolizione.

LA NOTA INTEGRALE DEL COMITATO 58 INVIATA AL SINDACO MASSIMO CIALENTE:

"Signor sindaco Massimo Cialente,

in risposta agli ultimi articoli apparsi sulla stampa locale nei giorni scorsi, quando lei parla di abusivismo, forse dimentica che l’ordinanza 58 del 2009 è stata fatta per evitare la fuga di parte dei suoi concittadini verso altri comuni e che nello stesso tempo alleggeriva la responsabilità del comune a trovar loro una sistemazione, ed imponeva inoltre di costruire nel rispetto delle norme urbanistiche, antisismiche, idrogeologiche ed antincendio.

Norme che oltre a comportare dei costi aggiuntivi (non indifferenti) per il cittadino, rendevano di fatto i manufatti abitabili e antisismici certificati.

Questi costi sono stati affrontati da cittadini aquilani i quali, non gravando assolutamente sulle casse comunali e in una situazione di totale disagio, hanno investito denaro proprio che poteva più facilmente essere destinato per rimettere in piedi un’esistenza dignitosa per se e per i propri familiari in altre realtà urbanistiche, scegliendo di restare in un territorio disagiato come quello aquilano.

La spinta a restare, ci è stata data anche dal contenuto della 58 la quale al suo interno recitava che l’eventuale successiva istanza di trasformazione dei manufatti da temporanei a permanenti verrà consentita nel rispetto dei parametri edilizi ed urbanistici e secondo le procedure tecnico amministrative.

E come fatto notare all’epoca dei fatti, da voci che giravano all’interno dell’ambiente comunale, questo punto lasciava intendere chiaramente che sarebbe seguita un’eventuale sanatoria.

Quindi nel 2009 ci avete facilitati e invogliati a costruire investendo considerevoli somme di denaro ed oggi ci definite abusivi che abitano in casette che devono essere abbattute.

I nostri moduli abitativi sono dei veri e propri rifugi antisismici e sono un patrimonio realizzato con denaro privato che non è assolutamente inferiore al denaro pubblico utilizzato per realizzare abitazioni come progetto C.A.S.E. , MAP, chiese, auditori etc...

Adesso il comune scarica su di noi le proprie inadempienze, quando ci parla di abusivismo, zone alluvionali e quant’altro, dato che dovevate essere voi a visionare i progetti e garantire la corretta ubicazione dei suddetti manufatti. Oggi ci sentiamo imbrogliati dal nostro comune di appartenenza, e la conseguenza di un’ eventuale azione di forza da parte delle istituzioni nei nostri confronti, toglie fiducia in voi e ci pone di nuovo di fronte alla eventualità di fuggire da questa città che a tutt’oggi non offre nulla dal punto di vista della qualità della vita.                   

Sono però convinto che pur essendo terminata l’emergenza abitativa, non è di certo finita l’emergenza sismica legata al territorio e confido che lei possa di certo trovare gli strumenti atti a salvaguardare il suddetto patrimonio antisismico privato".


 



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