Ricordo di Olga Maria Vitocco a cura di Claudio Capodiferro

Cari amici di "Assergi Racconta", pubblichiamo un altro ricordo di Olga Maria Vitocco a cura di Claudio Capodiferro.
Olga è stata la madrina di battesimo di Claudio, la foto della famiglia di Olga è degli anni ottanta.


Ricordo di Olga Maria Vitocco
a cura di Claudio Capodiferro


Caro Marco,
quando mi dissero che noi del Coro della Diocesi di Roma avremmo tenuto un Concerto di Natale a Pescara il 22 Dicembre 2013 ti avvisai subito.
Qualche giorno prima dell’evento ti comunicai il nome della Chiesa che ci avrebbe ospitato e tu mi dicesti con stupore che si trattava proprio della Parrocchia della tua abitazione di Pescara, per cui avresti fatto il possibile per esserci insieme alla tua famiglia.
Entrambi considerammo questo fatto come un segno provvidenziale: ci saremmo scambiati gli auguri di Natale di persona e in una serata piena di emozioni.
Andò proprio così: ci abbracciammo calorosamente e fu in quell’occasione che mi facesti dono del tuo libro “Tundurundù” scrivendomi questa dedica bellissima:
”A Claudio, testimone dell’Amore di questo libro, con grande affetto, Marco”.

Caro Marco,
hai proprio ragione! Sono veramente un testimone dell’Amore di cui è intriso il tuo libro: l’Amore con la A maiuscola, quello che discende da Dio e che le nostre madri ci hanno saputo mirabilmente trasmettere.
Le nostre madri, Olga Vitocco e Anna Vitocco, erano cugine di secondo grado essendo cugini i loro padri Domenico Vitocco e Luigi Vitocco.
Erano coetanee, entrambe nate nel 1933, per cui frequentarono insieme le scuole elementari di Assergi ed inoltre, abitando due case attigue in Via Arco Forgione, erano sempre insieme, come due sorelle, sotto lo sguardo amorevole di mia nonna Concetta Giannangeli, santa donna dal cuore immenso e dall’acuta intelligenza, appartenente alla famiglia dei “Sindaci”, detta così perché suo padre Angelo era stato il primo Sindaco di Assergi nei primi anni del 900, da sempre tanto amata da Zia Olga.

Gli anni della fanciullezza passarono in fretta, il conflitto mondiale aveva lasciato desolazione e voglia di ricominciare una vita migliore, magari altrove.  Fu allora che molti decisero di lasciare la nostra piccola comunità montana.
Mio nonno Luigi fu uno dei primi a trasferirsi a Roma con il suo nucleo familiare, composto dalla moglie Concetta e le due figlie, Anna e Candida.
Ma i contatti tra le due cugine non si interruppero, tanto che Zia Olga fu scelta da mia madre come Madrina per il mio battesimo.
Zia Olga, oltre che Madrina, è stata per me una seconda madre, soprattutto dopo che mia Mamma Anna è salita in Cielo, ventitré anni fa, nel 1991, a cinquantotto anni di età non ancora compiuti.

Caro Marco,
nel tuo libro descrivi tua madre come persona entusiasta della vita.
E’ proprio così: ricordo che dopo ogni nostro incontro mi rimanevano addosso per giorni il suo ottimismo e la sua benevolenza.
Nei nostri colloqui Zia Olga riempiva il mio cuore di energia positiva facendomi sentire più forte e più sereno.
Mi trasmetteva la sua certezza che tutto concorre al nostro bene, anche le esperienze più dure. Mi faceva sentire considerato, stimato e soprattutto amato.
E tutto questo sin dalla mia infanzia e fino agli ultimi giorni della sua vita.

Ricordo con commozione la sua ultima telefonata nella Primavera 2012. Si sentiva debole ma nonostante ciò aveva voluto chiamarmi per sapere come stavo.
In quella telefonata le promettevo di andare presto a farle visita per portarle il quadro a lei tanto caro. Si tratta di un quadro raffigurante Sant’Anna mentre mostra alla sua dolcissima figliola, Maria Santissima, ancora fanciulla, la tavola dei dieci comandamenti.
Zia Olga ci teneva tanto a questo quadro perché, mi disse, era stato appeso nella stanza da letto dove erano nati tutti loro, otto tra fratelli e sorelle, rappresentando una sorta di protezione divina verso tutta la famiglia.

Questo quadro era stato fino a metà degli anni ’90 nella casa natia di Zia Olga, accanto alla nostra, ma poi, durante alcuni lavori all’interno, fu appoggiato a terra fuori la porta di casa. Mio padre Renato, vedendolo sui gradini insieme ad altri oggetti, chiese a chi occupava allora quella casa il permesso di prenderlo e tenerlo nella sua. Ricevuto il consenso, così fece, appendendolo sopra il suo letto.
Il quadro rimase nella nostra casa di Assergi fino ad Aprile 2009, fino al giorno in cui andai ad aprire casa per consentire il sopralluogo dei Vigili del Fuoco.
Ricordo con viva emozione il braccio teso del Vigile che tra le macerie dei solai crollati mi porgeva il quadro dopo averlo staccato dalla parete della stanza da letto: il quadro era miracolosamente rimasto indenne alla forza distruttrice del terremoto.
Alla luce dei fatti ritengo che mio padre fosse stato scelto dall’Alto nell’impresa di salvare il quadro, la sua bontà lo aveva reso strumento docile nelle mani della Provvidenza.

Osservando l’immagine nel quadro si percepisce l’Amore infinito tra Maria fanciulla e sua madre Anna, e quest’Amore sembra uscire dall’immagine ed avvolgere i presenti, proteggendoli contro ogni male.
Tale immagine miracolosa non aveva protetto solo Zia Olga e i fratellini nel momento della nascita, ma anche mio padre durante una rovinosa caduta proprio sulle scale ripide di accesso alla nostra casa dove egli aveva collocato il quadro.
Anch’io sono stato protetto dall’Amore del quadro nel periodo di quasi quattro anni in cui l’ho tenuto in casa mia, a Roma, a partire da quel giorno dell’Aprile 2009.
Sono stati anni importanti nella mia vita, anni in cui, dopo la dipartita di mio padre avvenuta nell’anno precedente al terremoto, iniziavo a vivere da solo.
Il rimanere nella casa di famiglia mi ha aiutato: ero circondato da ricordi sempre vivi e confortato dall’Amore sempre presente che avevo ricevuto in quella casa dai miei familiari, nonni, genitori e sorella.
E’ stato in questi anni che il rapporto con Zia Olga si è intensificato.
I nostri colloqui regolari diventavano sempre più necessari e vitali.
La mia dolce Zia e Madrina era molto felice di sapere che il quadro dell’Amore fosse lì con me, come suo prolungamento concreto accanto a me, per proteggere il suo figlioccio, e per donargli la gioia di sentirsi amato. 
Ora il quadro di Sant’Anna e Maria è finalmente tornato da voi per continuare la sua opera di diffusione dell’Amore con voi figli e nipoti di Zia Olga.
Te lo consegnai, Marco, durante il nostro “pranzetto” da te citato nella seconda parte del tuo libro, nel messaggio datato 19 Gennaio 2013.
Io ne serbo una preziosa fotografia che porto sempre con me.

Zia Olga era una donna buona ed intelligente. Era stata una delle prime donne a diplomarsi in Ragioneria a L’Aquila negli anni ’50 e a ricoprire ruoli di responsabilità amministrativa.
Sentirla parlare era un vero arricchimento continuo. In lei si mescolavano armoniosamente ambizione e generosità, zelo e bontà, forza e dolcezza, rigore e amorevolezza.
Il suo grande merito è stato quello di volgere in positivo la sua malattia durata ben diciotto anni.
Non si è ripiegata su se stessa nel lamento sterile, bensì ha tratto dalla sua esperienza di sofferenza un insegnamento di vita magnifico.
Ha continuato a confidare in Dio come e più di prima, non smettendo mai
di occuparsi degli altri. Ha continuato, anche se immobile a letto, a pensare al bene di tutti, nessuno escluso, come aveva sempre fatto quando stava in salute.

Segno tangibile della sua totale devozione alla Madonna fu il voto di ristrutturare la Chiesetta del Mulino in Assergi, desiderando che tutti gli abitanti del borgo partecipassero, al fine di far diventare la sua iniziativa un voto collettivo di una intera comunità. Tutto ciò non risparmiando le sue già esigue energie, passando di casa in casa a parlare direttamente con le persone che tanto amava, a guardarle negli occhi, ad abbracciarle e a stringer loro le mani.

E, riflettendo sul momento della salita in Cielo di Zia Olga, credo che la Madonna da lei tanto amata le abbia voluto dare un grande segno della sua benedizione nel momento del suo distacco terreno.
Infatti l’ha chiamata a Sé a metà Agosto, proprio durante la Festa dell’Assunzione di Maria al Cielo, che è la Festa di Assergi, essendo la nostra Chiesa intitolata a Santa Maria Assunta.
Evidentemente la nostra Madre Celeste ha voluto fare in modo che Zia Olga potesse essere salutata, per l’ultima volta in questo mondo, da più persone possibili tra quelli che l’avevano conosciuta e da tutti i presenti nel borgo, inclusi quelli tornati dall’estero per la Festa.
I funerali si sono svolti il 14 Agosto 2012, il giorno dopo il tradizionale pellegrinaggio all’Acqua di San Franco, nostro patrono, e il giorno prima della Messa Solenne a Maria.
Credo che tutto ciò sia stato voluto e disposto dal Cielo a suggellare la santità di Zia Olga e della sua preziosa testimonianza di fede nel corso della sua intera vita terrena.

La sofferenza è purificazione, ci avvicina a Gesù, ci fa sentire maggiormente figli di Dio, ci offre l’opportunità di dimostrare la nostra fede, la nostra tenacia, la nostra bontà, la nostra speranza e il nostro Amore, quello del Creatore e Signore della nostra umile vita.
Ci fa veri, rende il nostro sguardo cristallino e il nostro sorriso luminoso.
Ci tira fuori tutta la grande bellezza nascosta dentro di noi, quella che non sfiorisce mai, quella dell’anima piena di Amore.

Grazie Marco del tuo libro bellissimo.
Hai saputo toccare le corde più profonde dei miei affetti più cari, mi hai fatto sentire immerso in un Amore senza tempo e senza condizionamenti, libero e per questo autentico.

Caro Marco, le nostre madri ci hanno trasmesso la qualità più preziosa: la capacità di amare e di offrire la propria vita per chi si ama.
A noi il compito di continuare la loro missione d’Amore con la nostra vita.

Sono sicuro che adesso sono di nuovo insieme, a guardarci, a parlare e a sorridere di noi.

Ti abbraccio
Claudio Capodiferro


 



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